giovedì 25 maggio 2017

FRANCESCO TOTTI. L'ULTIMO RE DI ROMA

Ecco ci siamo, il capolinea è arrivato. Arriva sempre ma questo è diverso, è il capolinea di una delle carriere sportive più grandi, più volute, più sofferte, più osannate, più invidiate, più criticate, più belle, più dense di avvenimenti, di sogni, di desideri, di possibilità, di vita insomma che ci siano mai state nella storia del calcio.
"Io ce so' nato a Roma" recita un passaggio della celebre Roma Capoccia di A. Venditti, io Francesco, spero mi scuserai se ti do del tu ma qualcosa mi impedisce di fare diversamente, sono nato a Roma una decina d'anni prima di te, lo dico perché è stata per me un'autentica fortuna in quanto ho avuto tutta la maturità necessaria per osservare da lontano, da tifoso, un ragazzino biondo che cresceva e imparava a diventare un gigante in quel gioco del calcio che come normale mi ha sempre affascinato ma che non ho potuto praticare, meno che meno poi ai tuoi livelli.
Ero ancora un ragazzino e mio padre, come sicuramente è stato per te e centinaia di migliaia di ragazzini in tutto il mondo, mi portava a vedere la sua squadra del cuore (una volta si diceva così) allo stadio. Una sola partita invero ricordo di quegli anni settanta, un Roma-Catanzaro persa 1 a 3 e l'unica cosa che riesco a distinguere bene è il vecchio maxischermo dell'Olimpico, una foto stampata nella memoria: Roma 1 Catanzaro 3, Palanca, Palanca, Palanca. Eppure io solo romanista avrei potuto rimanere tu lo sai il perché, lo senti scorrere nel sangue, ce l'hai nel dna, sottopelle, tu lo sai quello che si sente "dentro" quando qualcuno pronuncia il suo nome: Roma.

Roma la città antica forse più conosciuta della storia della terra è la città dove siamo nati, probabilmente dove io vorrei rimanere per sempre, nonostante tutto e tutti. Sulle sponde del Tevere da quando un certo Romolo dice la leggenda decise di costruire più di 2700 anni fa qualcosa che non aveva idea di che sarebbe diventato, sono successe tante di quelle cose che enciclopedie e libri di storia stentano a contenerle, ma chissà perché quando senti il suo nome immediatamente pensi a quei colori apparentemente in contrasto tra loro che invece ti accendono il cuore, ti animano una giornata o una serata, ti fanno cambiare umore, ti fanno gioire, arrabbiare, agitare, urlare, a volte ridere e altre piangere, litigare, insomma essere fiero di lei e di esserne tifoso.
Francesco Totti, il capitano più longevo della storia che la squadra col simbolo della lupa abbia mai avuto, forse il destino in questo ti ha voluto premiare come se solo un tifoso autentico e genuino potesse meritarsi questo onore, si in quanto sono sicuro che tu lo abbia sempre considerato un onore. Sono sicuro però allo stesso modo che è stato anche un fardello pesante da portarsi addosso ogni volta che sei sceso in campo contro le squadre cosiddette inferiori o quelle più blasonate o ancora nei derby, intendo il fardello del fuoriclasse immenso da cui ci si aspetta di tutto ma anche il fardello di volerlo fare questo di tutto anche da tifoso fin dentro le ossa, per questo sono sicuro che fare il calciatore per te non sia mai stato un mestiere e basta.
Hai attraversato una generazione intera venticinque anni giocando con quella sfera magica, magica lo diventava veramente solo nel momento in cui la toccavi dopo che ti era stata passata da un compagno, attraverso vittorie fantastiche e sconfitte altrettanto scottanti senza mai pensare di non rientrare in campo la partita successiva e non dare il solito cento per cento, già perché il calciatore comune spesso non riesce a mantenere lo stesso livello agonistico a lungo ma la differenza è tutta lì: tu non sei mai stato un calciatore come gli altri, la tua forza è sempre venuta dal cuore il tuo agonismo te lo ha sempre dato il tifoso dentro te, lo stesso tifoso che anche quando sa che la sua squadra ha ormai perso rimane a vedere la partita finché un signore vestito scuro non dice che è finita.
Sei simpatico a tanti ma probabilmente antipatico a tanti di più, questo è il destino di quasi tutti i personaggi famosi e figuriamoci poi quelli che giocano al calcio e questo la sai da sempre o perlomeno l'hai capito nel momento in cui il mondo ha iniziato a vedere che le traiettorie dei palloni giocati a te erano diverse da quelle degli altri, avrai fatto molti errori come tutti ma con la differenza che i tuoi erano ripresi nella maggior parte dei casi da fredde telecamere o moviole della domenica sera....
A proposito di telecamere anche con quelle ti è piaciuto giocare, ricordi quando sei salito al posto del cameraman dopo il pareggio al derby o ancora il selfie dopo il pareggio sempre al derby del gennaio 2015? La telecamera invece che non avrei mai voluto ti riprendesse è quella che fece vedere l'infortunio del 2006, ma come tutto il resto te lo sei lasciato scivolare addosso e qualche mese dopo hai fatto un bel viaggio in Germania coi compagni della Nazionale e così come niente fosse sei tornato in Italia Campione del mondo. Facile no?
Per niente facile direi specialmente quando hai gli occhi di tutti addosso amici e nemici, in senso sportivo ovvio, ma anche questo fa parte del gioco il grande gioco del calcio e a proposito vorrei dire una cosa: per anni si è parlato del tuo straordinario attaccamento alla maglia, roba d'altri tempi, glielo vuoi dire alla gente finalmente adesso che il tuo non è stato un attaccamento alla maglia come quello che altri campioni prima di te hanno dimostrato ma una cosa molto più grande: l'unica maglia che Francesco Totti avrebbe mai potuto indossare era quella giallorossa, perché quando hai "er core grosso, mezzo giallo e mezzo rosso" è così e basta.
Per questa maglia Francesco hai "sopportato" allenatori e dirigenti di ogni tipo che hanno preteso chissà quali cose da te, non faccio polemiche sia chiaro né critico persone che non conosco, e hai anche ad un certo punto pensato di lasciarci per andare chissà dove a far vedere le tue qualità straordinarie. In altre squadre europee il tuo "cucchiaio" o i tuoi "tacchi" o ancora i passaggi al volo di oltre trenta metri, le verticalizzazioni improvvise e il senso della posizione sarebbero stati premiati, non solo in termini economici, probabilmente più che qui ma penso che alla fine tu non sia andato via perché poi a batterti le mani e ad urlare il tuo nome non saremmo stati noi poveri tifosi romanisti ma degli sconosciuti.
Non potrò, non potremo, mai dimenticare quel tuo personalissimo e fammelo dire dolcissimo modo di esultare col pollice in bocca, come fanno i bambini piccolissimi nella culla o il lettino, perché la tua culla France' è stata questa città unica e piena di capolavori, capolavori a cui negli ultimi venticinque anni come dice il comune amico Enzo Salvi se ne è aggiunto un altro: Francesco Totti, il Capitano.
Quella sensazione che mi sale quando ti vedo entrare in campo dalla prossima settimana non la proverò più, ho capito però perché tu l'hai resa così forte: in campo non scende solamente il più grande campione che la Roma abbia mai avuto, il capitano da vent'anni, uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi a detta dei tanti tuoi colleghi che ti hanno affrontato, scende anche il tifoso che è dentro me dalla prima volta che i colori di questa grande squadra mi hanno fatto piangere di gioia, come se ogni tifoso della Roma potesse giocare insieme a te.
E quando domenica sera (?) sentirai l'arbitro fischiare tre volte, tranquillo Francesco: quella non sarà la fine di una carriera ma l'inizio di una leggenda.
Grazie Capitano.

martedì 23 maggio 2017

LA DANZA ORIENTALE – ARTE ANTICA, PASSIONE MODERNA

Chi mi ha già letto sa bene che l’altra mia passione oltre quella per gli animali è lo spettacolo e quindi l’arte in generale.
Abbiamo scritto di attori e registi, il nostro amico oltre che come sapete amante degli animali Enzo Salvi , Claudio InsegnoMassimo BoldiPino Quartullo, Nancy Brilli, Loredana De Nardis, sono solo alcuni.
Oggi vi racconto di una delle più belle forme di comunicazione artistica, quella del linguaggio del corpo accompagnato dalla musica: la danza orientale, e ve la racconto attraverso il percorso di una danzatrice, coreografa, maestra di ballo ma non solo, da sempre immersa nella cultura del corpo: Arianna Mecozzi.



Arianna Mecozzi durante una esibizione

Frequenta fin da giovanissima il mondo dello sport, pratica ginnastica artistica, nuoto, kick boxing e culturismo. Insegna fitness dall’età di 15 anni (ha conseguito il terzo livello Reeebok di step coreografico ma sul suo sito http://www.ariannamecozzi.it  potete vedere le innumerevoli qualifiche conseguite prima nel fitness poi nella danza orientale oltre che come giudice nazionale e internazionale), frequenta corsi di danza applicata allo step in quanto da sempre attirata dal movimento abbinato alla musica e qui conosce e si appassiona enormemente alla danza orientale, il passo da un gruppo spettacolo all’insegnamento è breve: dal 2008 insegna alla palestra Full Dance 
Italia di San Cesareo, Roma ( http://www.fulldance.it/) e fonda un suo gruppo di ballo “El Benu Group”
(andate a curiosare su facebook https://www.facebook.com/ElBenuGroup/?ref=ts&fref=ts ), Benu vuole la leggenda è l’uccello sacro dal colore oro e rosso protettore di Venere che, come la Fenice, ogni cinquecento anni risorge dalle proprie ceneri.



Arianna durante un’altra esibizione

Palestra non rende giustizia alla Full Dance, dal 1992 si svolgono corsi di danza agonistica o da balera, standard, balli latini, di coppia o gruppo, tap dance, danze caraibiche, karate, kung fu, fitness, full contact e danza del ventre. E’ affiliata alla Federazione Italiana Danza Sportiva FSC C.O.N.I. e dalle sue sale sono usciti vincitori di innumerevoli concorsi nazionali e internazionali di tap dance e dance show (solo una trentina a livello europeo e mondiale) grazie alla nota coreografa Graziella Di Marco.
Ed è qui che Arianna Mecozzi ha deciso di affinare le sue capacità e sviluppare le sue potenzialità, le sue ma non solo: anche quelle del numeroso gruppo che la segue, una cinquantina tra giovanissime, ragazze, e mamme di cui parlerò prossimamente.




Momenti di uno spettacolo

Ricorda che il primo gruppo di ballo era composto da una decina di appassionate, ma in soli tre anni è riuscita a creare un folto laboratorio coreografico.
Sono del 2009 con “Orizzonti” e del 2010 con “Sensazioni” le prime prove spettacolo, ben oltre il concetto di saggio, in cui è già ben visibile lo stile personalissimo della danzatrice-coreografa, uno stile in cui la musica orientale viene piacevolmente “contaminata” da altri generi molto più popolari e conosciuti alle nostre orecchie.
Ricordiamo i veri e propri spettacoli a partire da quello allestito al Teatro Bagaglino di Roma del 2012 “Hollywood Boulevard”, filo conduttore le colonne sonore di famose produzioni cinematografiche, quelli del 2013-2014-2015 e 2016 allestiti con maestria e
professionalità al Teatro Greco di Roma con temi ogni volta profondi che vanno da quello della bellezza della vita (La Vie en rose 2013) a quello della distruzione del mondo (Destruction 2014) con la conseguente rinascita (Ad Vitam Reditus 2015), fino a quello dello scorso anno, un autentico affresco della società odierna (Once Upon a Time), si possono vedere alcuni brani di questi nei video a fine articolo.


Momenti delle prove

Alla spontanea domanda sul criterio adottato nello scegliere le musiche per i suoi spettacoli, la risposta è davvero spiazzante: “Non scelgo io le musiche per i brani ma sono loro a scegliere me“, in pratica è la vibrazione che riesce a trasmetterle la musica stessa ad ispirarla, sia riguardo al tema dello spettacolo che alla creazione delle coreografie stesse le quali ne rappresentano l’anima più profonda; questa danzatrice che potremmo senza esagerare definire una “visionaria della danza”, così facendo riesce a produrre dei movimenti abbinati a dei suoni molto particolari e grazie ad un sapiente ma mai esagerato e continuo cambio di ritmi, musiche, colori, tiene l’attenzione di chi assiste allo spettacolo autenticamente viva, anche grazie all’intelligente espediente di una quasi totale assenza di pause tra un brano ed il successivo.
Le chiedo se sia difficile riuscire a “mettere d’accordo” un corpo composto da circa cinquanta persone, che ricordiamo non sono ballerine professioniste ma proprio per questo ancora più apprezzabili, e la risposta viene da sé quando mi spiega che fondamentale è l’affiatamento tra danzatrici, rifacendosi alla concezione classica della danza orientale quella delle Almee, antiche danzatrici colte egiziane che hanno origine nell’Egitto del IX secolo, tutte donne e unite fra loro da una sintonia pressoché totale, come fossero sorelle.
E’ esattamente qui il punto focale: Arianna trasmette, e vi posso assicurare che solo guardandole provare ci si rende conto che è così, alle sue danzatrici la passione per la danza intesa come espressione altissima della vita e riesce col ballo a “tirare fuori” tutta quella parte che spesso le donne tengono dentro di sé.
Questa che definirei energia esplosiva del corpo si riflette nell’esteticità della danza del ventre, che la fa da padrona, come ho detto contaminata dalla sua conoscenza di altre danze e anche del fitness, in quanto ricordo è parte integrante del background di Arianna Mecozzi e punto di partenza da cui ha sviluppato questa personale interpretazione della danza orientale.
Entrando un momento più nel tecnico mi spiega che quando provano riescono ad avere una cognizione totale dello spazio attorno e difficoltà legate per esempio alle dimensioni del palco dove si esibiscono svaniscono, anche grazie ad una versatilità che altre danzatrici di professione magari non hanno, data loro proprio dalla diversità di musiche e movimenti a cui sono abituate.
Concluderei dicendo che di tutte le forme di arte legate al movimento, quella della danza è una delle più nobili perché come avrete ormai capito ci si dedica per ottenere risultati significativi anima e corpo, il caro vecchio “mens sana in corpore sano” dei nostri antenati direi che in questo caso calza alla perfezione. Ballare comunque, che sia a livello amatoriale o professionale, fa sempre bene e soprattutto non è qualcosa che si può improvvisare da un giorno all’altro, come invece succede in alcune strutture che per attirare persone organizzano corsi tenuti da chi non è all’altezza.
E’ praticamente pronto lo spettacolo che sarà rappresentato il prossimo primo luglio al Teatro Vascello sempre a Roma e dati i precedenti e presupposti non possiamo che essere in trepidante attesa, siete tutti invitati.
Ma di questo vi parlerò la prossima volta….













IL MIO GIRO D'ITALIA

Da oltre dodici anni risiedo a Frascati, cittadina di 22.000 abitanti che fa parte della città metropolitana di Roma  Capitale. Come pote...