martedì 27 giugno 2017

MORIAS ENKOMION. UN ELOGIO DELLA FOLLIA MOLTO PARTICOLARE.

Qualche settimana fa ricorderete sicuramente, vi ho parlato del gruppo di ballo creato da Arianna Mecozzi danzatrice, coreografa e insegnante appassionata alla antica arte della danza orientale
Ci siamo! Lo spettacolo organizzato quest’anno è pronto al debutto, per chi non lo sapesse al Teatro Vascello di Roma il primo luglio prossimo. Morias Enkomion, ispirato al noto saggio del 1509 di Erasmo da Rotterdam L’Elogio della Follia, ci dice Arianna è il naturale proseguimento del filo logico che segue da anni nella realizzazione delle sue creazioni, sempre in quella particolare e visionaria idea della danza come mezzo per raffigurare gli aspetti profondi della realtà, spesso quelli che stanno sotto gli occhi di tutti ma che a molti sfuggono o non riescono a vedere. “L’ispirazione all'Elogio di Erasmo scaturisce da un semplice ragionamento: tutti nasciamo con una testa che è come un foglio bianco pronto a recepire quello che ci insegnano, ma poi la società tende a voler mettere da parte o cancellare tutte le nostre idee, la nostra fantasia (o la follia se volete) che ognuno di noi naturalmente sviluppa”, in pratica questo spettacolo dice Arianna “vuole essere un elogio alla genialità di ognuno di noi e che la società moderna vorrebbe a tutti i costi reprimere” (credo che Erasmo stesso gradirebbe questa particolare visione della sua opera). Importante in tal senso la brochure introduttiva comprensiva della scaletta dello spettacolo, che sarà consegnata all'ingresso in sala, per cogliere pienamente lo spirito della rappresentazione.
Come accennavo l’ispirazione, dice Arianna che le è venuta per caso ma ho capito che il caso per chi vive le sue passioni intensamente è solo conseguenza della applicazione quotidiana, L’Elogio della Follia di Erasmo è anche un elogio alla dedizione che lei e le ragazze del corpo di ballo mettono nel definire e interpretare (un po’ folle ecco, come per un artista deve essere) i brani musicali, mai scelti a caso e collegati sempre sapientemente da quel filo.

Momenti delle prova generale.
Secondo Arianna l’elogio va fatto anche e soprattutto alle ballerine che forse mai come quest’anno si sono applicate e hanno ottenuto risultati così buoni. “Parliamo di imparare quattro e anche cinque coreografie differenti al mese spesso senza neanche un ripasso approfondito”, questo sicuramente è il risultato di anni di lavoro insieme e il raggiungere un affiatamento completo con la loro insegnante, non dimenticando la vera particolarità che secondo me rende lo spettacolo davvero riuscito: ogni pezzo è interpretato da più gruppi di ballerine e contiene altrettante coreografie che si affiancano, intersecano, sovrappongono senza “disturbarsi” minimamente e senza soluzione di continuità (alla fine qualche breve video rubato durante le prove rende questo concetto, ma lo spettacolo completo va assolutamente visto).
L’interpretazione dei brani è fondamentale: particolari apparentemente di secondo piano come i colori hanno lo scopo di denotare invece certi stati d’animo o anche la seriosità delle ballerine che poi diventa ilarità definisce ancora quegli stati d’animo, sempre nell'idea di fondo che “la felicità del foglio bianco da scrivere è solo apparente e che quando esprimi davvero ciò che pensi, quello che sei, che ti piace o che fai allora arrivano i problemi in quanto ti attaccano perché fuori dagli schemi, dalla norma”. Il Folle appunto.



Altri istanti della prova.

Il finale poi è degno di particolare nota in quanto ispirato al celebre The Wall dei Pink Floyd, che calza a pennello nel discorso e conclude più che meritatamente la rappresentazione perché il muro è quello, ormai scontato lo abbiamo capito, che la società vuole costruire allo scopo di isolarti dagli altri ma soprattutto isolare le idee di ognuno da tutte le altre, e contrapposta c’è la reazione in cui l’individuo dice: “ok tu costruisci tutti i muri che vuoi, ma io vado avanti lo stesso con quello in cui credo”.
Capitolo a parte Arianna lo dedica alle bambine che fanno parte del corpo di ballo (un altro piccolo capolavoro della coreografa questo che non potete davvero perdere) , le quali a loro modo divertendosi ed esprimendosi come solo a quell'età è possibile si sono “incastonate” perfettamente nella trama logica dello spettacolo con estrema naturalezza e sorprendente bravura. Le basi del futuro della danza orientale sono pronte…


Ancora dalla prova generale.
Una piccola anticipazione Arianna ce la dà sullo spettacolo che sta già studiando per l’anno prossimo , partendo dall'introspezione di Morias Enkomion vorrà trattare ancora dell’argomento umanità ma stavolta dal punto di vista femminile, sempre con un altro titolo preso dal nostro illustre passato delle lettere antiche, che non dimentichiamo sono parte integrante del background culturale di questa brava danzatrice: Per Aspera ad Astra.
Allora ricordo: primo luglio Teatro Vascello, Via G. Carini 78 Roma ore 21:00.
Resta solo da dire: venite e buon divertimento!

mercoledì 21 giugno 2017

D.L. 2287-bis. LA CECITA’ DEL GOVERNO.

Previsione e adattamento. Questa è la migliore definizione che abbia mai sentito del concetto di intelligenza umana, e aggiungo come corollario la lungimiranza.Scrivo queste cose in riferimento a ciò che il nostro governo in carica, che pomposità le parole governo e carica riferite a questi signori piccoli piccoli così…., sta per fare e cioè approvare il D.L. 2287-bis senza l’emendamento “Ranucci- Fasiolo”, che in principio era invece stato accettato e prevedeva una graduale diminuzione ma non eliminazione del numero di animali all'interno delle attività circensi che si svolgono sul territorio italiano.

Probabilmente ho esagerato e iniziato troppo pomposamente a scrivere, qui non si tratta di intelligenza dimostrata o meno dal nostro governo e dai ministri che lo compongono ma di ben altro: anche un bambino capirebbe infatti che il Circo, quello che io e molte altre persone della mia età e più grandi conosciamo bene, senza l’ausilio degli animali addestrati non sarebbe più il Circo.
Questa semplice e breve parola solo pronunciandola evoca sensazioni, piaceri, un benessere generale e ricordi, si ricordi perché è da piccoli che papà e mamma ci portano la prima volta al Circo e come si sa è da piccoli che si fanno le esperienze più importanti della nostra vita quelle che non si dimenticano più.
E’ il Circo quel luogo magico dove ogni bambino impara a conoscere forme e comportamenti di molti animali che poi purtroppo a causa del crescere spesso in grandi città e lo svolgere professioni cosiddette “normali” non avrà più modo di frequentare, ma fino a quando? Fino a che dopo aver “messo su” famiglia e al mondo a sua volta dei bambini non li porterà al Circo per fare piacere ai figli e, non lo possiamo negare, anche il suo personale: ecco il cerchio si chiude. L’adulto per due ore torna ad essere il bambino che i suoi genitori portavano per mano in un luogo che più distante dalla sua vita quotidiana non poteva essere, ma nel frattempo più vicino a quello che la natura ha creato non avrebbe potuto.


Ecco io scrivo queste due righe per ringraziare il nostro altissimo governo, e scrivo governo con la minuscola per la stessa ragione per cui ho scritto Circo con la maiuscola, di cercare in tutti i modi e a questo punto stento a credere non ci possa riuscire di distruggere i sogni di tutti quei bambini che diventeranno adulti e non potranno per quelle due piccole ore tornare ad essere piccoli insieme ai loro figli.
L’ho presa alla lontana è vero, ma ci torno sopra più chiaramente: forse ho sopravvalutato anche me stesso.
Qui, lo dico ancora, non è corretto parlare di intelligenza e lungimiranza perché i signori che decidono per nostro mandato ve lo ricordo: per nostro mandato, non sono affatto stupidi e lo dimostrano ogni qual volta si tratta di emettere leggi e decreti che tornino a loro vantaggio, quindi il fatto che un settore tra l’altro riconosciuto e incluso nell’ambito delle attività dello Spettacolo e quindi di importanza superiore ad altre sia ovviamente destinato ad una neppure troppo lenta decadenza. Non voglio fare ipotesi tragiche ma questa probabilmente sarà la realtà, salvo come annunciato recentemente dal Presidente dell’ Ente Nazionale Circhi Antonio Buccioni i Circensi non decidano per un volontario esilio in paesi europei in cui la cultura e l’apprezzamento per questa nobile professione sono ancora sinceri e genuini.
Ciò ovviamente non toglie il fatto che in Italia il Circo con gli animali resterà solamente un ricordo, con buona pace di chi lo ha contrastato da sempre come la L.A.V. (che per il nome che porta di ben altre situazioni, quelle davvero gravi, dovrebbe occuparsi) e i suoi pseudo-attivisti o ancora tutti quelli forse ancora più vigliacchi che hanno sempre pensato male dei circhi (ne conosco anch'io…) e non l’hanno mai espresso pubblicamente.

Sottolineo ancora una volta e non solo per dovere, ma gli addetti ai lavori lo sanno bene, il profilo economico di tutta la questione che io tra l’altro ritengo essere quello che ha determinato e determinerà certe decisioni e porterà alla non improbabile ipotesi che ho espresso sopra. Questi animali sequestrati ai Circhi verranno affidati a dei centri di recupero che avranno forti sovvenzioni (ne ho parlato ampiamente qui , qui , qui e qui) e senza una lungimiranza eccessiva non riusciranno a sopravvivere a lungo in ambienti a loro sconosciuti e non consoni alle abitudini prese da anni con le loro famiglie umane.
Ancora una volta l’essere uomo dalla sua altezza (non certo morale) e potenza (non certo fisica) decide la sorte di qualcuno che non ha alcun modo ne alcun diritto di difendersi, e ciò che proprio non digerisco è che queste decisioni saranno state prese per favorire economicamente persone e organizzazioni che non pensano affatto, se non nello sbandierarlo falsamente in ogni dove, al benessere degli animali.
A questo punto faccio solo una domanda al nostro governo. Quando in nostri ragazzi tra molti anni andranno in visita, in vacanza, per motivi di studio o di lavoro in altri paesi, come ormai questa globalizzazione impone e vedranno cosa è davvero un Circo chiederanno a genitori e nonni perché in Italia non ce ne sono di uguali, cosa gli risponderete? Facciamo un altro Decreto Legge?
#bisognapensare

lunedì 19 giugno 2017

CARO GASSMAN HAI TORTO, E TI SPIEGO PERCHE'

Caro Gassmann non è la prima volta, e sospetto fortemente non sarà neanche l'ultima visti i precedenti, che esprimendo su twitter il suo pensiero in merito ad argomenti che sono sicuramente di grande importanza si scontri con il pensiero (ed il pensiero vale la medesima moneta per tutti, specialmente li dove tutti esprimono il loro parere allo stesso modo, presidenti degli Stati Uniti d'America e idraulici) di chi è solito come lei frequentare il social dei 140 caratteri.
Avere delle opinioni forti e chiare come dico io è una qualità che si deve apprezzare e quindi non ho la minima intenzione di criticare chi della parola, scritta o espressa con la bocca, ne ha fatto addirittura come lei una bellissima professione e di gran valore artistico senza dubbio.
Il punto che voglio mettere a fuoco sulla questione degli extracomunitari in Italia e anche dello "ius soli" di cui negli ultimi giorni si fa un gran parlare ovunque, me lo ha svelato proprio il suo tweet: il fatto che milioni di persone pensino, esattamente come lei signor Gassmann ha scritto, che la manovalanza di questi disgraziati provenienti da paesi in enorme difficoltà, e a causa di guerre e perché da sempre noi paesi industrializzati gli abbiamo impedito di migliorarsi, sia ormai necessaria all'interno di attività lavorative che svolgiamo da sempre e che invece ora sembra non possano andare avanti in altro modo che "affidandole" (e ci sarebbe un enorme discorso da aprire sullo sfruttamento che si fa degli extracomunitari qui in Italia ma troppo lungo da inserire qui) a questi disperati.
Il mio pensiero, lo esprimo meglio qui che con un freddo tweet, è che non è affatto così: o meglio non lo sarebbe.

Negli ultimi venticinque anni sono stati "sfornati" dalle nostre strutture educative, e sto facendo un complimento al sistema scolastico e universitario che abbiamo, centinaia di migliaia fra diplomati e laureati. Quanti di loro hanno trovato un lavoro o professione che rispondesse realmente alle aspettative del momento in cui genitori e figli assieme hanno deciso di intraprendere quel tale percorso formativo?
Non azzardo ipotesi ma sicuramente molti meno di quanti ci si aspettasse, probabilmente perché nel frattempo sono cambiate molte condizioni nel mercato del lavoro o perché molto più semplicemente solo alcuni 60/60 e 110 cum lode erano davvero meritati, figuriamoci quelli che non sono riusciti a diplomarsi o laurearsi col massimo, o ancora perché alcuni insegnanti hanno pensato bene, invece di applicarsi intensamente alla loro delicatissima professione, ad "arrivare alla pensione" e il risultato ovvio è stato una marea di persone con titoli di studio equivalenti al valore dopo il 29 Ottobre 1929 delle azioni che erano state emesse negli Stati Uniti: carta straccia!
L'errore madornale è stato proprio lì: "figlio mio, a scuola ci sei andato e il titolo ce l'hai, se non trovi lavoro aspettiamo e intanto stai a casa con mamma e papà".
Al contrario il ragionamento doveva essere: " figlio mio, a scuola ci sei andato e il titolo ce l'hai, se non trovi lavoro intanto vai a fare quello che trovi".
Ecco dove è il punto signor Gassmann, non gliene faccio una colpa anche se noto purtroppo che in tanti ormai la pensano come lei, in molte altre nazioni si va a lavorare non si sta a casa ad aspettare "l'annunciazione", nazioni che tra pochi anni dovremo invidiare per forza di cose e da cui dovremo imparare molto.

Mi auguro che qualcuno comprenda a fondo quello che sta succedendo, ma sinceramente credo sia tardi, troppo tardi. Si dovrebbe imparare degli errori commessi, invece quello che riscontro ogni giorno è esattamente il contrario: è successo qualcosa, vabbè ma non deve mica succedere di nuovo....è successo a quello, vabbè ma mica deve succedere pure a me....c'è da raccogliere i pomodori o l'uva, vabbè ma mica lo devo fare io che ho studiato....servono manovali, muratori, elettricisti, idraulici, vabbè ma mica lo devo fare io che ho studiato....
Facciamolo fare a quei poveracci, e magari permettiamo anche di lasciare tutto in mano a organizzazioni che li sfruttano l'importante è che il sugo e il vino arrivino a tavola ma fino a quando? I soldi di mamma e papà finiscono, mamma e papà finiscono e poi? Ce la prenderemo con chi fa dei lavori umili, pardon fisicamente usuranti, o invece capiremo,troppo tardi, che è dipeso tutto da noi?

#bisognapensare.


IL MIO GIRO D'ITALIA

Da oltre dodici anni risiedo a Frascati, cittadina di 22.000 abitanti che fa parte della città metropolitana di Roma  Capitale. Come pote...