venerdì 15 dicembre 2017

La battaglia tutta "personale" di Asia Argento



Erano poche settimane che la nota attrice romana aveva pubblicamente denunciato, all'interno del programma su Rai Tre condotto da Bianca Berlinguer Cartabianca, come molte altre colleghe quanto dovuto sopportare dall'ormai noto alle cronache di tutto il mondo produttore cinematografico statunitense Harvey Weinstein quando era ancora giovanissima e a inizio carriera. Aveva cercato di far capire la situazione in cui si era trovata e le ragioni per cui non ne aveva più parlato. Ragioni discutibili, ma come dico io a volte bisognerebbe "trovarcisi" e poi a onor del vero non tutti reagiscono allo stesso modo nella medesima situazione.
Comunque effettivamente quello che non ho capito benissimo è perché parlarne a distanza di vent'anni come fosse appena accaduto. Ipotesi, lo scandalo è scoppiato i nomi sono venuti fuori e allora buttiamo legna sul fuoco. E d'altronde non è abitudine comune, e non solo qui da noi per una volta, salire e/o scendere dal carro del vincitore quando fa più comodo?
La conseguente intenzione di Asia Argento di lasciare l'Italia, parole sue testuali: “In Francia la gente mi ha fermato per la strada per ringraziarmi, in Italia invece mi guardavano male […] Nessuno a dirmi ‘brava’. La mia non è paranoia: non so se dover camminare a testa alta o nascondere la testa in un foulard […] quest’estate lascerò per sempre l’Italia […] “, non credo sinceramente abbia lasciato l'amaro in bocca a tanta gente. Punto di vista anche questo sia chiaro, in quanto le ragioni per cui un personaggio dello spettacolo piace più o meno possono essere le più disparate e personali che vanno oltre la bravura dell'artista in questione.

Fatto sta che avevamo metabolizzato l'importante e personalissima decisione dell'attrice. E invece no. Eccola in prima serata l'altro ieri sempre a Cartabianca (puntata integrale per i più curiosi) ma stavolta con il contraddittorio, non un contraddittorio teso a difendere chi assume certi atteggiamenti approfittando della sua posizione chiaro ma la presenza di Vladimir Luxuria ( all'anagrafe Wladimiro Guadagno) e il direttore di Libero Pietro Senaldi credevo potesse innalzare la qualità della puntata e non ricondurla a quello che era stata l'apparizione precedente di Asia Argento.
Manco a dirlo. La mia impressione personale è stata invece che queste presenze siano servite solamente a rafforzare i concetti espressi dall'attrice nell'altra apparizione e che anzi i punti di vista dei due ospiti le dovessero fare da trampolino per esprimere solamente le sue idee in merito alla famiglia di vecchio stampo patriarcale e una cultura misogina.

In tutto questo la Bianca Berlinguer finge di moderare ma a mio parere alimenta a modo suo l'ira di Asia che continua a premere sui suoi concetti, mentre l'arrivo di un Andrea Scanzi chiaramente propeso alle “tesi” dell'attrice e per chiudere in bellezza quello della comica Geppi Cucciari, che ha ormai ben capito lo stile del programma, portano decisamente più in basso del dovuto la puntata del programma.
Insomma concludendo uno spettacolo direi indecoroso per una prima serata del network nazionale, non ho capito se perché teso a “cavalcare” il programma “l'onda dello scandalo” (che tra pochissimo comunque dimenticheremo tutti) o se perché Bianca Berlinguer dopo che lo scorso anno le è stata tolta la direzione del Tg3 ha perso come dire la bussola.

Un piccolo consiglio: è vero certi argomenti sicuramente attirano un tipo di pubblico molto numeroso, ma altrettanto sicuramente non contribuiscono a fare la storia della Rai che invece vanta da molti anni fior fior di programmi. 
Bisognapensare.

Il Biotestamento è (finalmente) legge


Finalmente, possiamo dirlo ad alta voce. Con 180 si e 71 no oggi il Senato della Repubblica ha approvato la legge sul testamento biologico. Devo essere onesto: non ricordo da quanto tempo la promulgazione di una legge non mi dava una così piacevole sensazione di appagamento. Quel "senso di giustizia" quella "sete" che spessissimo restava tale perché le varie "beghe" di partito che ben conosciamo da troppo tempo o interventi esterni di lobby di potere impedivano di fare leggi che sapevamo invece sarebbero dovute esistere da molti molti anni.
E mi chiedo anche stavolta come mai il potere spirituale, quello temporale l'ha perso da già da tempo, della Chiesa Cattolica non sia riuscito a fermare questa legge. Ma forse i tempi erano ormai maturi, come d'altronde lo erano quando furono prese decisioni altrettanto importanti in merito al divorzio nel 1970 e all'aborto nel 1978. Col benestare o no di chi ha sempre deciso per noi, anche stavolta la storia ha fatto il suo passo.
Il diritto a decidere di quel che resta della nostra vita in casi estremi come il recente di DJ Fabo (Fabiano Antoniani) o quello famosissimo di Piergiorgio Welby passando per Eluana Englaro ora è regolato da una legge dello stato.
Il Biotestamento è la manifestazione della volontà (del malato) sui trattamenti ammessi o esclusi nella fase finale di una malattia. Il malato potrà decidere se e come farsi curare nel momento in cui non avrà più la possibilità materiale di esprimerlo e questo potrà farlo appunto anticipatamente per iscritto o tramite supporto audio con le Disposizioni anticipate di trattamento (DAT).
A tale fine viene istituita la figura del "fiduciario", che è la persona incaricata di far rispettare le DAT nel momento in cui il malato non può più farlo di persona. Ovviamente nel caso di nuove cure possibili successive alle DAT il paziente e il fiduciario possono decidere se se modificare le volontà precedentemente espresse.
Ci sarà addirittura la possibilità di rifiutare le terapie di idratazione e nutrizione prescritte dai medici e anche se il medico o i medici dovessero fare obiezione di coscienza la struttura sanitaria dovrà comunque rispettare le volontà del malato.
Beh che dire, solo che ci si augura l'immediata calendarizzazione dopo l'approvazione in modo che non "salti" alla prossima legislatura. Troppo bene abbiamo imparato che fine fanno alcune leggi con i cambi di governo e maggioranze parlamentari susseguenti alle elezioni.... Sulla carta così com'è sembrerebbe una buona legge e mi auguro che venga poi applicata alla lettera, fosse solo per impedire sofferenze umanamente insopportabili ai pazienti e i loro familiari.






martedì 12 dicembre 2017

Wattsapp, evoluzione o complicazione?

Oltre un miliardo di utenti, o giù di lì. Il più grande servizio di messaggistica basato sulla connessione dati evolve in continuazione, come logico che sia, anche in base alle esigenze dei suoi appunto numerosissimi utenti. Ci sono altre applicazioni che offrono un servizio simile di buon livello, la migliore in assoluto è a mio avviso Telegram ma il numero di download è infinitamente più basso e il numero medio quotidiano di utenti ancora più basso (quante app scaricate e poi non usate per mesi o mai?).
Già da settimane è possibile nell'utilizzo della famosa chat cancellare messaggi e allegati inviati entro un tempo limite di sette minuti e sembra che nelle prossime release venga introdotta la possibilità di rispondere all'interno di un gruppo alla sola persona che ha scritto il singolo messaggio allo scopo di "snellire" il numero di messaggi o l'intasamento della chat stessa. Altra novità recentissima è che la registrazione di un messaggio vocale non necessiterà più dello scomodissimo dito premuto sul simbolo del microfono per tutta la durata (ma servono poi così tanto questi messaggi vocali...?).
Mi sta tutto bene ma ho un dubbio: non è che tutta questa tecnologia "digitale" ( in tutti i sensi...) ci faccia perdere il controllo? Non è meglio la classica vecchia telefonata ad un contraddittorio dai tempi allungati e oltretutto legato ad una connessione che spesso non è stabile (eccezzion fatta forse solo per i grandi centri urbani)? E poi sinceramente ho la sensazione questa estremizzazione di alcune funzionalità non farà altro che allontanare categorie di persone come anziani e allergici a tanta tecnologia che già annaspano nella semplice installazione di una applicazione, anche perché l'avanzare dell'età porta a cercare sempre meno spesso novità sempre più difficili da metabolizzare.

Staremo a vedere.

domenica 3 dicembre 2017

La parola d’ordine è sempre la stessa: vincere! La Roma ha ripreso il suo cammino a tre punti


           


Dopo la sconfitta quasi indolore con l'Atletico Madrid e il pareggio dal mio punto di vista più doloroso con il Genoa, vincere era l'unica parola accettabile dalla Roma calcistica.

Non poteva e non doveva andare diversamente venerdì all'Olimpico di Roma. Sorprese non potevano esserci, proprio perché in vista dell'ultima partita del girone di Champions la concentrazione doveva essere massima e vincere aiuta molto in questo.
Nulla da togliere alla Spal: in due anni è arrivata in A dalla C con trascorsi ottimi nella massima serie alla fine degli anni '60. Ma ovviamente la Roma non può né deve farsi impensierire specialmente sul prato di casa da nessuno.

La partita prende subito una brutta piega per i ferraresi, al 9° viene espulso Felipe per fallo su Dzeko lanciato in chiara azione da gol. Da lì sempre più giù per la squadra ospite, al 19° Dzeko torna finalmente al gol su splendida imbeccata di El Shaarawy. Al 32° è Strootman a ipotecare seriamente la partita sempre su tacco del solito El Shaarawy. Pellegrini all'8° della seconda frazione chiude i conti con un colpo di testa su angolo di Kolarov.

Il 3-1 scaturisce due minuti dopo da un inutile fallo in area di Manolas su Mora. E c'è il gol dell'ex Viviani, che sulla ripetizione del rigore dopo che Alisson aveva intuito il cucchiaio segna in ribattuta. Ultimi venticinque minuti per uno Schick che ancora deve integrarsi a mio parere negli schemi, ma che lo farà sicuramente con la classe che ha.

                            

Positivo direi il ritorno al gol di Dzeko e Strootman ma soprattutto il primo stagionale di Pellegrini, che migliora ad ogni partita. Il “Faraone” ormai impeccabile punto fermo negli schemi del mister Di Francesco, che nel dopo partita ha però rimproverato alla difesa il superfluo gol preso.
Florenzi è tornato quello del prima infortunio esattamente come Strootman. Quello che ancora non mi piace è invece Gonalons, che nell'occasione rimedia anche un giallo.

Il turn-over meritatissimo è toccato a Nainggolan e Perotti.  

L'imperativo era vincere, e abbiamo vinto. Adesso direi che fondamentale è il riposo e la concentrazione in vista di Roma-Qarabag di martedi prossimo, anche se sono molto ottimista. Nulla e nessuno possono impedirci di battere una squadra tecnicamente e tatticamente inferiore, e ricordo che giochiamo a casa.

Forza Magica quindi.

giovedì 23 novembre 2017

NON E' SEMPRE DOMENICA. PRIMA SCONFITTA STAGIONALE IN CHAMPIONS DELLA ROMA.

Dopo la soddisfacente vittoria in campionato contro i cuginetti purtroppo abbiamo subito la prima sconfitta stagionale nel trofeo più ambito e prestigioso di sempre.



E' vero. Mi ero (ci eravamo) abituato quest'anno a vedere la squadra della capitale giocare grandi partite e vincere anche bene, pure in Champions. Ieri sera al Wanda Metropolitano (uno stadio tra l'altro nuovissimo e bellissimo) abbiamo rimesso i piedi per terra, è solo un modo di dire però. Si perché anche se il risultato finale non lascerebbe trasparire altro, io penso che due semplici numeri non bastano a descrivere un incontro di calcio. Sicuramente non nel caso di Atletico Madrid – Roma di ieri.
Ho visto invece un'ottima Roma, degna di partecipare alla manifestazione calcistica più blasonata. Il punto semmai è stato un altro: l'Altletico è una squadra che non ha bisogno di presentazioni già da qualche anno. Finalista di Champions 2014 e 2016, terza squadra spagnola per titoli vinti (dietro a Barcellona e Real Madrid...). Dieci campionati nazionali, dieci coppe del re e altro ancora. Insomma la bacheca della compagine madrilena parla da sé.

La Roma ci ha giocato alla pari, come giusto che sia, già all'andata in casa e per tutto il primo tempo ieri sera. La differenza l'ha fatta semmai una fisicità aggressiva dei calciatori (non ti danno tempo di respirare) e la superiorità tattica creata del “Cholo”.
Il termine che definisce la filosofia calcistica di Simeone “cholismo”, che noi appassionati di calcio conosciamo bene, non è stato inventato a caso.
Nainggolan (sempre comunque un gradino più su) ha sofferto sia Fernandez che Koke e Pellegrini partito bene ha subito un Saul in gran forma. Secondo tempo: un gran palo del ” Ninja” nei primi quindici minuti mi ha fatto credere nell'impresa (ancora un legno!). Ma purtroppo una gran giocata di Correa al 24° consente a Griezmann di portare i madrileni sull' 1-0. Sangue gelato ma speriamo ancora.



Il colpo di grazia è arrivato al 40° da Gameiro, bel gol in dribbling su Alisson.
I cambi di Pellegrini con Strootman e di Gonalons con El Shaarawy non hanno sortito l'effetto sperato da Di Francesco.


Proprio il mister fa bene a rimproverare scarsa “cattiveria” in campo e sbagli in fase di realizzazione. Ha ragione e penso che i giocatori della Roma faranno tesoro di questa partita perché giocare in Champions non è come giocare in campionato.


Niente è perduto. Basterà segnare un gol in più del Qarabag il 5 dicembre all'Olimpico, ammesso che loro ci riescano.

Forza Magica sempre più!     

martedì 7 novembre 2017

UNA VIOLA APPASSITA DI FRONTE A UNA LUPA AFFAMATA E RECORD STORICO DI VITTORIE ESTERNE PER LA SERIE A DELLA ROMA

Eggià. Il famoso fiore bianco-rosso simbolo dei viola è improvvisamente appassito in un secondo tempo dominato dalla compagine simbolo della capitale.  




E dire che nella prima parte della gara avevo anche un tantino patito per la mia squadra del cuore, ma sono stato puntualmente smentito. Non so se sarà una stagione di record e grandi risultati, da anni però non mi divertivo tanto a vedere la lupa romanista così agguerrita. Intanto ci gustiamo il record delle dodici vittorie consecutive fuori casa, mai nessuna prima!
Dopo i gol fondamentali dei vari Kolarov, Perotti, El Shaarawy, Dzeko e Fazio finalmente all'appello ha risposto anche un altro attaccante di ruolo, Gerson. Il ventenne brasiliano proveniente dalla Fluminense promessa del calcio brasiliano ad alti livelli, si è sbloccato proprio a Firenze contro i viola. E volendo ancora parlare di record, diciamo che iniziare col segnare in serie A una doppietta esterna a Firenze promette tanto tanto bene.

Gerson Santos da Silva


La cronaca nuda e cruda vede un sostanziale equilibrio nel primo tempo, con i viola che per due volta riacciuffano i gol del brasiliano. Veretou al 9° e Simeone al 39°, dopo i gol di sinistro al 4° e al 30° su assist di El Shaarawy prima e poi di Gonalons. I sincronismi difensivi non possono essere ancora perfetti ma la difesa con Fazio e Manolas sicuro che migliorerà, i ragazzi hanno stoffa da vendere!
Legittimo il tentativo della squadra viola di pensare a vincere, ma la seconda frazione è stata segnata dal testa-spalla di Manolas al 5° su angolo. Ormai ci ha abituato Alisson Ramsés Becker alle sue grandi parate e ne abbiamo goduto anche stavolta (d'altronde a questo serve il portiere). Progressivamente la squadra di casa subisce il gioco della Roma fino a incassare al 42° il definitivo 4-2 di un Perotti sempre determinante. Quest'ultimo su preciso lancio di un Nainggolan che ha giocato stavolta, ovunque lo metti va sempre bene, davanti alla difesa.


Ancora una volta, mi ripeto, voglio fare i complimenti a Di Francesco che come in una partita a scacchi azzecca ogni mossa al momento giusto.
E giocare a scacchi senza alcune pedine importanti parlo ovviamente dei tanti infortunati, è davvero difficile e altro record dico io che è proprio questo. Un allenatore già molto maturo per la sua età che sta imprimendo alla Magica una mentalità vincente, quella che mancava di più a mio parere.


Come al solito dico: Forza Roma, avanti così!


lunedì 23 ottobre 2017

KOLAROV, TRE E STO! TERZO GOL DETERMINANTE DEL SERBO E LA MAGICA VOLA ANCORA FUORI CASA


Terzo gol importantissimo del difensore serbo con spiccate doti offensive della Roma. E così sbanca anche Torino.

Dopo quello d'esordio campionato a Bergamo, sempre su punizione, anche ieri a Torino Kolarov è stato fondamentale. E che punizioni tira questo “ragazzo” di quasi trentadue anni, senza sottovalutarlo per il suo ruolo in difesa che ricopre praticamente senza sbavature.
Non dimentichiamoci poi quello più bello di gol: l'ha fatto secondo me a Londra qualche giorno fa. Una realizzazione da vero attaccante navigato.
Kolarov


E questa Roma sembra navigare bene in anche campionato con un'altra vittoria esterna, l'undicesima per la precisione di seguito, fa tre punti e morale alto. Perché comunque il campo del Torino è sempre difficile, non dimenticando appunto la grande fatica di mercoledì in Champions.
Primo tempo decisamente brutto e sottotono anche da parte del Torino, eccezione fatta per qualche affondo di Sadiq. Si è intuito subito che non avremmo potuto aspettarci i tre gol dello Stamford Bridge, causa forse stanchezza e mancanza di un filo di lucidità. D'altronde il turn over a cui Di Francesco è costretto per tanti impegni e infortuni qualche imprecisione negli schemi la crea secondo me. Inizio partita con cinque undicesimi quindi diversi da mercoledì, ma ormai è così e ci dobbiamo abituare se vogliamo sperare in una stagione lunga.
Nella seconda parte abbiamo spinto di più, anche se gli attaccanti e specialmente Dzeko non hanno fatto quasi nulla e come detto il gol vittoria è arrivato solo su calcio piazzato. Dopo le assenze-infortunio di Manolas e Fazio molto mi è piaciuto nel ruolo il messicano Moreno (la panchina lunga a questo serve). Per fortuna che il ragazzo ha retto l'esordio dal primo minuto, non è mai facile in serie A e in trasferta. Finalmente Schick in panchina, aspettiamo solo che scenda in campo.
Moreno


Benissimo direi, tre punti come ribadisco importantissimi che ci tengono agganciati alle prime, anzi grazie al pareggio di Napoli abbiamo ripreso due punti. Sempre in attesa del recupero di Sampdoria-Roma a dicembre o forse a gennaio.


lunedì 16 ottobre 2017

LA MORTE 2.0: DALL'ULTIMO VIAGGIO ALL'ULTIMO VOLO


Una società chiamata Ascension flights (un nome, un programma) fondata da due ex studenti dell'Università di Sheffield, permetterà a quanti lo vorranno e potranno permetterselo di portare nello spazio le ceneri del parente per disperderli nella stratosfera con un pallone a elio.

Un fascino innegabile quello di poter pensare al parente estinto prendere il volo verso la pace dell'infinito. Da qui è scaturita l'idea di due ex studenti dell'Università di Sheffield nel South Yorkshire Inghilterra, che hanno voluto dare modo di poter realizzare questa speranza in chi ha appena perduto un familiare. Alex Baker e Chris Rose, hanno fondato una compagnia che permetterà di portare e liberare come accade ora sulla Terra, ad un costo come vedremo contenuto, le ceneri del defunto nello spazio siderale.
Il nome della startup è Ascension flights. Non ha per ora iniziato l'attività ma hanno fatto conoscere la loro idea al grande pubblico grazie al talent show Dragon's Den della Bbc. I due fantasiosi ideatori del progetto pare abbiano davvero tutte le carte in regola, compresi i fondamentali permessi per il volo che devono essere autorizzati dall’aviazione civile inglese.
La ‘cerimonia’ avrà una durata media di due ore e mezza: un pallone ad elio porterà l'urna a circa 30 chilometri d'altezza, e da qui le ceneri liberate verranno trasportate attorno dai venti della stratosfera. L'involucro rimanente pressoché vuoto precipiterà a terra, dove sarà raccolto insieme ciò a che ne è rimasto e restituito ai parenti.   


Pensiamo che se volare in cielo da metafora del passare a miglior vita diventasse un viaggio reale, la promessa di arrivare fino allo spazio da alcuni potrebbe essere “tecnicamente” considerata alla stregua di una pubblicità ingannevole. Lo spazio inizia per convenzione a circa 100 chilometri, quota ben maggiore dei 30 promessi. Se ne deduce che la possibilità dei potenti venti ad alta quota di trasportare a un'altezza così grande qualche granello di cenere sia davvero remota, anche se di “remoto” qui si parla...
Il promo studiato per pubblicizzare l'operazione che si legge sul sito della Ascension recita: “Quando le particelle torneranno alla fine sulla Terra attorno ad esse si formeranno precipitazioni come gocce di pioggia e fiocchi di neve. Piccole quantità di sostanze nutrienti stimoleranno la crescita delle piante ovunque atterreranno. In questo modo i resti terreni del vostro amato diventeranno parte del ciclo che crea e mantiene la vita sul nostro pianeta”.

I Costi. La cerimonia costa molto meno di una sepoltura tradizionale: 795 sterline (poco più di 880 euro) per la tariffa base che comprende solo lancio dal quartier generale nel South Yorkshire e recupero. Il servizio “Memorial” prevede invece anche la registrazione di un video in alta definizione compresa una foto del lancio, dell'ascesa e della liberazione, sempre con base in Inghilterra. In alternativa c'è la “Personal ceremony”, il sito sarà scelto dalla famiglia e la tariffa (da concordare in base alle spese) comprende anche un video commemorativo della vita del defunto.
Da fonti della compagnia l'interesse è già alto e non solo nel Regno Unito: “Finora abbiamo condotto solo dei voli di test ma per novembre abbiamo diverse prenotazioni - dichiara Alex Keen, project manager di Ascension flights – abbiamo ricevuto centinaia di richieste, soprattutto da Inghilterra e gli Stati Uniti perché la copertura mediatica dei giornali finora è stata soprattutto in quei paesi. Comunque alcune persone da altri Paesi si sono messe in contatto con noi”.
In questa società ogni giorno più densa di idee diciamolo pure senza o con scarsissimo senso innovativo, ci sarebbe l'opportunità per i cari di chi ci lascia di omaggiare questi ultimi con un "ultimo volo" invece che col classico “ultimo viaggio”.
Fonte: Repubblica

domenica 15 ottobre 2017

IL FORNO DI OSTIA. VICINO ALL'EPILOGO

Diversi mesi fa ho dedicato due articoli a quella che allora definivo "disavventura giudiziaria" e "incubo" per una famiglia di Ostia a Roma proprietaria da oltre dieci anni di una onesta e avviata attività commerciale, che si è vista letteralmente privare da un giorno all'altro del proprio lavoro per delle ragioni che di seguito ricordo e scrivo per chi non sapesse.
La famiglia dei Pollari a Ostia è stimata e apprezzata da tutti quanti, e sono molti, la conoscano per le persone che sono e per il lavoro che fanno: titolari del “Forno di Ostia” da oltre dieci anni si sono visti sottoposti ad un provvedimento di sequestro preventivo da parte della Guardia di Finanza dei tre locali e dell'attività che svolgevano.Le ragioni addotte dal giudice che ha emesso nel giugno 2016 l'ordinanza sono semplici ma deleterie per i Pollari: uno dei tre locali che ho detto, da loro regolarmente affittato, è di proprietà della famiglia Fasciani che per varie ragioni è sotto indagine giudiziaria, per cui dice la Legge il tribunale può “togliere” l'attività ai legittimi proprietari (solamente faccio notare perché uno dei tre negozi non è il loro ma affittato appunto dai Fasciani) e affidarla temporaneamente ad altri. Nel caso specifico ad un commercialista e ad alcuni suoi collaboratori incaricati di “sostituire per il tempo delle indagini” i Pollari.

Non sto qui a spiegare, ma dovrei forse, che un mestiere può essere svolto bene solamente da chi ha esperienza in quel campo e quindi purtroppo oltre all'inganno anche la beffa, perché come ci dice Stefano Pollari, amministratore della società e figlio del titolare, nei mesi a seguire il risultato di una “gestione malandata” del forno ha fatto si che questo sia ormai in condizioni economiche precarie.
L'unica consolazione dice ancora Stefano è che le persone che ci conoscono esprimono il loro conforto dicendoci che da quando non ci siamo più noi va tutto diversamente e che aspettano solo il nostro ritorno al timone della società”.
Stefano Pollari

Ho brevemente ricordato e spiegato l'antefatto perché è di qualche giorno fa la notizia che diversamente da quanto la legge stessa dispone, cioè che in un tempo massimo di diciotto mesi
il sequestro preventivo si deve risolvere e quindi non oltre dicembre prossimo, il giudice che si occupa di questa vicenda ha disposto un rinvio a fine febbraio 2018 (completamente inaspettato questo, infatti chi gestisce temporaneamente il forno si aspettava di dover riconsegnare tutto e negli ultimi tempi aveva persino smesso di acquistare le materie prime).
Probabilmente in quanto non avendo fino ad oggi ottenuto nulla di consistente nei confronti degli indagati, che ricordo sempre non sono i Pollari, si pensa di poter avere da un supplemento d'indagine prove rilevanti.
E in tutto ciò ancora a pagare in prima persona sono i Pollari che essendo “terzi in causa” non possono addurre motivazioni o eccezioni di nessun genere e ai quali ad oggi rimane da sperare solamente una sentenza in cassazione prevista per il 28 ottobre nei confronti degli indagati, che se positiva con probabilità libererebbe Stefano e famiglia da questo assurdo e ingiusto procedimento giudiziario.
Le parole scritte o dette sono finite, credo che anche un cieco si renderebbe conto che certi procedimenti perfettamente legali siano profondamente sbagliati nella sostanza e forse anche nella forma, con tutte le conseguenze del caso.
Fare appello ai giudici o a chi amministra in altri modi la legge non servirebbe adesso che il danno è fatto, lo faccio invece al buon senso di tutti noi perché chi scrive le leggi e chi le applica sono “uomini” come noi e quando si prendono certe decisioni o si scrivono leggi prima che pensare da magistrati bisognerebbe pensare da “uomini”.
Ancora auguri di tornare alla loro vita alla famiglia dei Pollari perché sono convinto che alla fine tardi forse per fortuna ma non troppo, in questo caso e in mille altri simili c'è una giustizia che vince sempre.

Non quella scritta per fortuna.    

SALE IL NAPOLI A ROMA E SALE SEMPRE PIU' SOLA IN VETTA MA SALE ANCHE IL RAMMARICO ROMANISTA.

Una vittoria per il Napoli doppiamente importante, perché realizzata a Roma e contemporaneamente alla sconfitta della Juventus.

E si, lo sapevamo che sarebbe stata una partita dal sapore e dall'importanza ugualmente speciali per più ragioni. La capolista all'Olimpico di Roma doveva dimostrare di meritarsi il primato e la Magica di non essere da meno. Non è stato così per la Roma diversamente appunto per il Napoli che seppur di misura porta a casa i tre punti fondamentali per rinforzare il primato, si perché contemporaneamente avendo la Juventus perso in casa contro una Lazio ormai ben collaudata, la squadra partenopea allunga a più cinque. Da tifoso speravo ovviamente un tantino di più dalla mia Roma ma sapevo che sarebbe stato davvero difficile, mettici la condizione fisica di molti ancora non perfetta e mettici anche gli infortuni che ormai cominciano a preoccupare molto.


Un primo tempo notevole di un Napoli che sale a destra e sinistra come e quando vuole, sintomo di una maturità tecnico-tattica quasi perfetta. Un possesso palla superiore dettato dalle individualità, perfetta gestione e lettura dei tempi di gioco che consente alla compagine di Sarri di fare quasi tutto. Un solo gol di Insigne al 20', purtroppo aiutato da una malsana e sfortunata carambola di De Rossi al limite dell'area che però è bastato. Una parola su De Rossi la devo spendere: in partite come questa sono ormai evidenti i suoi raggiunti limiti fisici e tecnici; a mio parere è lento, quando è in ritardo commette fallo e poco si confà al gioco rapido che Di Francesco vuole dalla sua squadra. Sale decisamente la qualità del gioco della Roma nella seconda frazione, complice forse una tranquillità del Napoli che controlla bene. Ho pensato al peggio nel momento in cui Manolas è stato costretto per un infortunio muscolare al 13° del secondo tempo a cedere il posto a Fazio. Un Manolas determinante su molti interventi come sempre, ma sono stato sorpreso invece da un Fazio che ha alzato il baricentro della manovra romanista. E proprio Fazio costringe il portiere avversario a una deviazione sul palo al 25°, un Dzeko nervoso che solo su angolo al 40° devia sulla traversa . Anche lo spostamento di Nainggolan probabilmente non ha sortito gli effetti che Di Francesco avrebbe voluto. Tutto qui, il Napoli tiene ai tentativi finali di una Roma che sale bene negli ultimi minuti, compresi i cinque di recupero.

Come ho già detto i nuovi schemi cominciano ad essere assimilati, ma ci vuole tempo e vedo ancora una Roma un po' acerba e anche ieri sera poco fortunata ricordando palo e traversa. Confido molto nel Mister e credo che vedere la Magica che sale in classifica nelle giornate da giocare non sarà tanto difficile.
Come sempre Forza Roma!



lunedì 2 ottobre 2017

LA MAGICA VINCE ANCHE NEL TEMPIO DEL CALCIO ITALIANO

Un'altra importantissima vittoria questa della Magica, ancora di più a livello di prestigio perché ottenuta a San Siro.




Come il mister Di Francesco aveva annunciato la trasferta di Milano era per la Magica un crocevia fondamentale per il cammino in campionato. Anche se di crocevia ce ne saranno molti altri, sicuramente questo è un ostacolo che andava superato per l'importanza del momento. E la Roma non ha deluso le aspettative di allenatore , società e tifosi soprattutto.

Gli infortuni soprattutto preoccupavano la società e il mister, infortuni davvero numerosi anche se non mi preoccuperei troppo. Può succedere e staremo a vedere. Intanto mi godo questo 2-0 proprio prima della pausa nazionale che servirà appunto a recuperare sia le forze che i giocatori, quelli stanchi e quelli acciaccati.


Veniamo alla partita giocata. Devo dire che la prima frazione mi aveva lasciato un po' interdetto e spiego perché. I meccanismi e la velocità che ho visto nelle ultime due partite della Magica non li vedevo più. Merito sicuramente di una buona disposizione del Milan in campo, ma forse non solo. Probabilmente a livello psicologico ha influito la consapevolezza di giocare a Milano contro una blasonatissima squadra, ma anche gli infortuni. Quindi gran parte del gioco l'hanno fatto i padroni di casa, anche se le conclusioni poche davvero. Pressing da entrambe le parti ma proprio per questo lanci lunghi e verticalizzazioni quasi inesistenti con un Dzeko isolato. La differenza nel secondo tempo l'ha fatta la Magica con l'accentramento di Florenzi. Direi completamente ritrovato "bello de nonna" quando ha iniziato a stringere al centro ha cambiato il volto al gioco della Roma. Su imbeccata di Pellegrini Dzeko al 72' finalizza con un gran tiro da fuori area che beffa Donnarumma, forse anche per una deviazione. Cinque minuti dopo deviazione vincente di Florenzi su respinta del portiere in parata su Naingoolan. Da rimarcare un primo tempo a bassi livelli dell'olandese, ma non è ipotizzabile che giochi sempre al 100%, invece decisamente più determinante nel gioco della seconda frazione.


Partita finita, anche per l'espulsione di Calhanoglu all'ottantesimo per doppia ammonizione. Bilancio buono direi calcolando le assenze di Perotti e Defrel con Fazio al posto di Juan Jesus, evidentemente le sostituzioni non influiscono sul gioco della squadra. Cosa questa che in prospettiva da delle ottime garanzie per il prosieguo della stagione europea, dopo le prime prestazioni contro Atletico Madrid e Quarabag molto buone.

Non dico altro se non come sempre, Forza Magica!


giovedì 28 settembre 2017

PAROLA D'ORDINE: VINCERE. I GIALLOROSSI SBANCANO BAKU.

Dopo il pareggio d'esordio in casa ecco la prima vittoria contro il Qarabağ. E Dzeko segna ancora.


Lo volevamo tutti quel successo esterno che mancava da sette lunghi anni, ed eccolo. Finalmente i tre punti fuori casa, preziosi davvero in questo avvio di stagione almeno quanto il pareggio d'esordio con l'Atletico Madrid.
E' vero, la compagine azera certo non ha il blasone di quasi tutte le altre partecipanti ma vincere fuori casa in Champions è sempre un piacere.
Da come poi si era messa si sentiva odore di goleada ma come aveva intelligentemente avvisato il mister non bisogna mai pensare di vincere facile.



La cronaca della partita. Solito turn-over necessario sia per gli incontri ravvicinati che a causa di qualche infortunio, rientra Defrel in attacco insieme a Peres, Jesus, Pellegrini e Gonalons. A casa Perotti per l'infortunio di sabato Fazio, Florenzi, De Rossi e Strootman in panchina. Al 7" colpo di testa vincente in tuffo di Manolas sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Al 15" un bel gol in controbalzo di Dezko servito da un ottimo El Shaarawy, tutta in discesa apparentemente. Invece un banale errore di un Gonalons (forse non in serata) permette a Henrique di segnare quello che resterà l'unico gol della squadra di casa.



Ho visto una certa rilassatezza nei nostri dopo l'inaspettato uno-due che poteva essere più pericoloso con squadre esperte. Per fortuna non è stato così. Un secondo tempo più giocato dai padroni di casa che hanno cercato di pareggiare, senza risultati però dato il basso livello tecnico della compagine azera. I tentativi di segnare ancora dei romanisti ci sono comunque stati, ma a differenza del primo tempo non finalizzati.

Sinceramente mi aspettavo un po' meno “fatica” da parte dei nostri nella gestione del doppio vantaggio, ma come ripeto vincere fuori casa in Champions vale doppio. E come dice Di Francesco è una questione di mentalità che va costruita partita dopo partita. Va bene così, bisognava vincere e così è stato. Adesso il pensiero è tutto per domenica pomeriggio a Milano, partita sicuramente difficile data la “fame” di punti che ha la squadra allenata da Montella.

Bene così. Sempre forza Magica!

giovedì 21 settembre 2017

UNA ROMA A TRAZIONE ANTERIORE E CHE VA A PIENO REGIME.


Dopo la versione "diesel" vista contro il Verona questa è la versione quasi definitiva, e Dzeko si diverte...
Questa Roma mi sta forse abituando troppo facilmente ai suoi gol, ma devo dire che è sempre un gran piacere vedere quando i calciatori della mia squadra si intendono quasi alla perfezione da centrocampo in avanti. Seconda partita fuori casa, essendo come ricorderete saltata la trasferta a Genova contro la Samp, e seconda vittoria.

Certo indubbiamente la caratura tecnica dell'avversaria, un Benevento proveniente dalla serie B per la sua prima volta e in cui ha militato solo lo scorso anno, non poteva certo essere un test di alto livello per la squadra col nome della Capitale. Ma è anche vero che giocare su un campo sconosciuto e con un certo numero di assenti non è mai da prendere sottogamba.

La partita ha ben poco da ricordare se non per un pressoché costante dominio della Roma a cui mancavano Schick e Nainngolan per ragioni fisiche e ai quali Di Francesco per un logico turn over ha voluto aggiungere De Rossi (nel suo ruolo Gonalons, bene anche lui) Manolas (sostituito da un ottimo Fazio) e anche Florenzi, poi entrato verso la fine della seconda frazione al posto di un sempre buonissimo Perotti.
Menziono a parte in attacco Under (preferito a Defrel) che a mio parere sembra ancora appannato e un tantino lezioso, anche se devo riconoscergli che si è ben inserito nel gioco che Di Francesco si aspetta dalla sua Roma, poi sostituito al 46° da El Sharaawy.
I gol (due) del solito Dzeko che ha trovato nell'area piccola il suo habitat naturale (ma lo sapevamo) e altrettante autoreti causate anche dal timore che la punta della Roma incute negli avversari, non volendo ricordare ancora una volta altri due legni, un palo e una traversa, sempre del bosniaco.



Questa Roma a trazione anteriore mi piace molto e vedremo già dal prossimo anticipo di sabato contro un avversario sicuramente più blasonato, l'Udinese del mister Delneri di cui qui conserviamo comunque un buon ricordo, ancora i progressi legati all'assimilazione degli schemi di Eusebio Di Francesco.


Avanti così, forza Roma!

giovedì 14 settembre 2017

DEBUTTO ALL'OLIMPICO DI CHAMPIONS LEAGUE PER I GIALLOROSSI. UN PAREGGIO DA NON SOTTOVALUTARE.

La partita come l'ho vista io.
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Come al solito dipende da dove si guarda, e da chi.
Visti e considerati i grandi cambiamenti che la Roma ha subito in pochi mesi e che l'avversario di ieri sera era di tutto riguardo, l'Atletico Madrid di Diego Simeone è ormai da anni ad altissimi livelli lo sanno anche i profani, posso dire tranquillamente che il bicchiere di ieri sera era mezzo pieno.
Certo, a fronte del girone quasi proibitivo che dovremo affrontare i tre punti sarebbero stati davvero un grandissimo esordio, ma tant'è...
Dopo l'arrembante o quasi inizio partita degli spagnoli ho visto la mia squadra prendere le misure alla squadra madrilena che sicuramente avrà voluto anche aspettare e capire come giochiamo, ha quindi condotto un ottimo primo tempo secondo me, considerando la forma fisica di parecchi giocatori ancora molto lontani dalla condizione necessaria ad affrontare incontri come questo (che poi mi chiedo sempre perché le squadre italiane a fine agosto e settembre non sono “in condizione” mentre le straniere si...).

Mi sono molto piaciuti i tentativi di Dzeko, Defrel e quello dalla distanza Naingollan nel primo tempo anche se di più non ho visto. Le improvvise verticalizzazioni che Di Francesco vorrebbe spesso dai suoi giocatori cominciano a delinearsi e ne sono contento, tant'è che anche il Mister si è lamentato proprio delle giocate “orizzontali” e credo che questo sia successo proprio nella fase in cui la differenza atletica e tecnica hanno preso il sopravvento.
La capacità che ho sempre apprezzato negli allenatori di calcio è quella di leggere la partita e cambiare se necessario quasi tutto durante la stessa e in questo Di francesco credo sia davvero bravo, infatti ha capito il momento e sostituito prima Defrel e poi Naingollan sacrificando il suo gioco ma riuscendo a quadrare il cerchio. Bravo e audace, la fortuna si dice aiuti gli audaci.
Si potrebbe recriminare su un fallo di mano in area di Vietto sempre nella prima frazione e qualche fallo dubbio anche nella seconda metà, ma comunque l'arbitro Mazic tutto sommato è stato all'altezza.

La difesa, sempre la difesa croce e delizia degli ultimi anni.
Passando alla difesa voglio spezzare una lancia in favore di Manolas, la cui condizione sta salendo per forza di cose, ha salvato un gol fatto nel primo tempo e amministrato l'area bene nel secondo, volendo “dimenticare” una svista sul finire di partita e di Fazio entrato a metà secondo tempo per rinforzare proprio il suo reparto (e meno male sennò chissà che poteva succedere col calo fisico evidente).
Ho lasciato apposta per ultimo il portiere della nazionale Brasiliana Alisson Ramsés Becker, l'eroe della partita e il migliore in campo in assoluto. 

Possiamo dire cinque parate determinanti con interventi in assoluta sicurezza e vi confesso che la mia paura a inizio stagione dopo la sconfitta con l'Inter al debutto all'Olimpico che come spesso accade ai calciatori una stagione, coppe escluse, sempre in panchina gli avesse fatto perdere la misura. Così non è stato e mettiamoci anche il fatto che un po' di fortuna, quella mancata contro la milanese in campionato, ieri sera ci voleva e c'è stata.

Allora Forza Roma e vediamo di andare avanti migliorando.

domenica 27 agosto 2017

LA PRIMA ALL'OLIMPICO DELLA ROMA. BUON GIOCO MA SENZA IL SOSTEGNO PURTROPPO DI UN RISULTATO ALL'ALTEZZA.

E dopo "buona la prima" di Bergamo eccoci alla prima "stecca", contro l'Inter a casa.
Solamente alla seconda di campionato la prima, secca, sconfitta della mia "magica" e ci potrebbe anche stare, se non che perdere con tre gol dell'Inter all'Olimpico di Roma è sempre un boccone molto molto duro da ingoiare.
Ok, il nuovo modulo del nuovo mister ancora sicuramente da assimilare, nuovi giocatori in campo che sicuramente dovranno ricreare l'affiatamento che per forza di cose si è interrotto con i cambiamenti di alcuni elementi, assetti e moduli in campo, la forma fisica che per forza di cose non può essere al cento per cento, metteteci anche infortuni eccellenti come quello di Florenzi ma vi assicuro che leggere quel 1-3 sul maxischermo fa davvero male...

Il legno di Kolarov e il bel gol di Dzeko.
Dopo un palo del solito Kolarov e il meritatissimo vantaggio la prima impressione che ho avuto è stata di tranquillità dei nostri con possibilità di un raddoppio, e così è stato. Possibilità ne abbiamo avute addirittura due e altrettanti pali ancora nel primo tempo col Ninja e al ventesimo della ripresa con il magico Perotti volendo "dimenticare" il molto dubbio episodio da rigore nella cui occasione l'arbitro non ha neanche pensato di consultare il VAR ( a che serve avere a disposizione la tecnologia per poi lasciarla inutilizzata, mah!). Che sfortuna e non solo.
Il vantaggio di Dzeko


Purtroppo però ora devo fare l'avvocato del diavolo oltre al tifoso.
E' stato proprio dopo il terzo legno della Roma che Eugenio Spalletti a cui dobbiamo anche riconoscere di essere forunato nei momenti fondamentali di alcune partite (e noi a Roma ce lo ricordiamo bene) ha modificato con l'esperienza di cui dispone l'assetto della sua squadra e cambiato le sorti della partita.
Prima un pareggio che sembrava insperato ai tifosi nerazzurri e poi addirittura il raddoppio, entrambi gol di Icardi, probabilmente anche grazie ai limiti difensivi della Roma con Juan Jesus in un ruolo non suo per non parlare di Fazio al centro della difesa (ci fosse stato Rudiger...), e una svista di Manolas che si fa anticipare da Vecino.
1-3 come detto e partita finita. Meno male perché abbiamo anche rischiato un altro gol.
Il raddoppio di Icardi


Concludendo non è certo il risultato che voglio guardare e neanche alla "sfiga" reale o presunta, ma ad un aspetto che credo importante, il gioco. Si, nonostante il brutto risultato (anche perché incassato sull'erba di casa) ho visto un bel gioco e sono sicuro che nel momento che saranno perfettamente "oliati" alcuni meccanismi i risultati arriveranno. Li aspettiamo con ansia.
Forza Magica! Sempre.


lunedì 14 agosto 2017

UNA MORTE "NORMALE"


Lettera a Luigi Ciatti, padre di Niccolò.

Le scrivo qui signor Ciatti perché come sa oggi è il mezzo, questo dei social, più immediato per esprimere il proprio pensiero.
Le scrivo per scusarmi con lei, per scusarmi con sua moglie e la vostra famiglia, per scusarmi con suo figlio Niccolò che in questa orribile vicenda è quello che più di tutti ci ha rimesso.
La vita.
Mi chiederete: e di cosa ti devi scusare tu, tu che ti trovavi a migliaia di chilometri distante e non conoscevi neppure Niccolò?
Mi scuso, si mi scuso perché mi sento in colpa per l'accaduto, mi sento in colpa come e forse ancora di più che se mi fossi trovato fisicamente lì. Perché vedere, oggi i video su internet non si possono fermare, la quasi totale indifferenza di tutti quei ragazzi che hanno assistito all'atroce pestaggio di suo figlio senza alzare un dito mi ha fatto pensare e mi ha fatto capire che le persone della mia età, età probabilmente molto vicina alla sua signor Ciatti in quanto potrei avere anch'io un figlio di ventidue anni, hanno forse senza accorgersene, minuto dopo minuto giorno dopo giorno settimana dopo settimana anno dopo anno, permesso che la nostra società (una società ricordo è quel concetto virtuale che diventa luogo reale in cui si vive più o meno tutti in armonia) cambiasse a tal punto.
E non parlo di altissimi valori cristiani, di S. Francesco nella storia ce ne è stato uno solo ed è bastato, parlo di quei valori umani che naturalmente dovremmo avere tutti allo stesso modo nel dna.
Si, probabilmente i tre esseri che hanno infierito su Niccolò fino ad ammazzarlo, peggio di un cane come dice lei molto giustamente, quei valori non li hanno più o peggio ancora non li hanno mai avuti; ma la moltitudine di persone che assisteva e non ha quasi accennato reazione mi fa sentire come ho detto in colpa.
Se lo scopo principale di un genitore dopo averli messi al mondo è di essere di esempio per i propri figli, allora la nostra missione è fallita. Non hanno sbagliato solo i genitori dei tre assassini, ho sbagliato anche io, hanno sbagliato madri e padri di quanto erano lì a guardare, abbiamo sbagliato tutti signor Ciatti forse anche lei.
Perché l'atroce dubbio che mi assale è: a ruoli invertiti suo figlio o il mio o quello di un altro si sarebbero comportati diversamente da come hanno fatto i loro coetanei?
Le chiedo scusa per queste mie ultime parole che le sembreranno anche offensive e irrispettose dell'immenso dolore che porta dentro, ma la quasi certezza che tutta questa modernità, tutto questo progresso, tutti questi enormi mezzi a disposizione servano esclusivamente a distruggere la parte buona che l'uomo ha avuto in regalo dalla natura, forse sarebbe più giusto dire aveva, mi fanno perdere anche quell'ultimo barlume di speranza che ancora credevo di avere.
Riposa in pace Niccolò nessuno potrà più farti del male non a te almeno ma presto, molto presto ho paura, qualcun altro ne farà ad un altro Niccolò e tutti qui ancora a parlare. Parlare al vento. E ancora fiaccolate e ancora commemorazioni...
Dobbiamo cambiare, dovremmo cambiare, dobbiamo tornare indietro, dovremmo tornare indietro. Ma forse è tardi.
O forse siamo ancora in tempo, dipende solo da noi.

IL MIO GIRO D'ITALIA

Da oltre dodici anni risiedo a Frascati, cittadina di 22.000 abitanti che fa parte della città metropolitana di Roma  Capitale. Come pote...