martedì 6 marzo 2018

DEMOCRAZIA 3.0. IL GRANDE INGANNO



Una breve riflessione come premessa: la legge elettorale in base alla quale domenica 4 abbiamo votato tutti (diciamo molti) denominata ROSATELLUM è stata approvata il 26 ottobre 2017, in vigore dal 3 novembre 2017.
Il ROSATELLUM sostituisce la precedente legge denominata ITALICUM del 6 maggio 2015 (solo per la Camera) e la legge Calderoli denominata PORCELLUM del 21 dicembre 2005 (per il Senato). Ufficialmente il "Rosatellum" è stato fatto perché entrambe le leggi vigenti erano state dichiarate dalla Corte Costituzionale parzialmente incostituzionali, e già qui ci sarebbe da dire: occorrono anni alla Suprema Corte per esaminare e addirittura annullare alcune leggi, o peggio ancora lo fanno solo quando qualcuno presenta delle “rimostranze”.....?
Ora, a meno di 48 ore dalle votazioni già si parla di governo di larghe intese (o di scopo) appoggiato quindi da una larghissima maggioranza parlamentare, con un raggio di azione temporale limitato ad uno o ad alcuni specifici obiettivi a cominciare dalla RIFORMA ELETTORALE. Come riforma elettorale!?? Esattamente!
Per quelli a cui fosse sfuggito il senso chiarisco: sondati gli "animi" degli italiani che sarebbero andati al voto e con la tardiva scusa di parziale incostituzionalità dell'ITALICUM e del PORCELLUM si fa una legge ad hoc (parlo del ROSATELLUM) chiaramente mirato a procurare il minor danno possibile (per il sistema di potere vigente) e badate bene quando il ROSATELLUM è stato votato non ci sono stati problemi da parte di TUTTE formazioni politiche in Parlamento a farlo approvare. Chiaro fin qui?
Adesso che entrambe le Camere sono legittimate dal voto "fresco fresco" degli italiani che succede? Si cambia ancora la legge elettorale. Perché qualcuno si chiederà, perché sono loro che decidono per i loro privilegi e vantaggi ovviamente supportati e legittimati dal “consenso popolare”. A cosa serve cambiare una legge elettorale appena approvata e sulle cui basi è stata fatta una regolare consultazione popolare? Ma cosa importa, a chi? Ormai i numeri (badate bene i “numeri” glieli abbiamo dati noi) per fare ce li hanno, e quelli state pur sicuri sono l'unica cosa che non cambierà in Italia per cinque anni...
E dopo che ci sarà da cambiare ancora? Quello che si fa sempre ormai da anni dopo le elezioni.
Si parla del Welfare, che bella parola! Stato sociale, altra bellissima parola sinonimo. Ecco, dopo si farà l'ennesima “riforma del Lavoro”.
L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO”, Articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana. Questa si che vorrebbero cambiarla, ma ricordando il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 ancora non ci sono riusciti, e c'è qualcuno a cui il posteriore brucia parecchio da quella sera. Tranquilli prima o poi vi convinceranno a votare per la riforma della Costituzione...
Welfare dicevo: Sistema sociale che vuole garantire a tutti i cittadini la fruizione dei servizi sociali ritenuti indispensabili”, questa la definizione presa sul web dal dizionario Sabatini Coletti. Fruizione dei servizi sociali indispensabili, chi, dove, quando? Un incubo direi, questo si. In Italia i servizi sociali sono sotto il minimo da decenni, ipotizzando che molti anni fa funzionassero. Parliamo ad esempio dalle condizioni dei servizi essenziali: sicurezza pubblica, strade e illuminazione notturna, sanità devo aggiungere altro? La sicurezza non ne parlerei proprio, e poi se ci si difende con mezzi personali si passa anche dalla parte del torto, qualcuno quando mi lamento di troppa gente sbandata per le strade mi accusa di razzismo... La condizione delle strade assurda. Sembra che andare in automobile sia diventato un lusso sfrenato: tra costo del carburante, tasse dirette e indirette quello delle auto è il settore dove lo Stato incassa più tasse in assoluto! Considerando inoltre che si deve fare il salto della buca ogni pochi metri per cercare di salvare l'automobile e questo solamente perché chi se ne dovrebbe occupare pensa a prendere o distribuire bustarelle a seconda del ruolo che riveste, traete le conclusioni. Però la macchina dobbiamo acquistarla (meglio un SUV), magari con 48 o 60 rate per far fare i soldi a chi le fabbrica e alle banche.
La sanità poi meriterebbe un capitolo (lungo) a parte solo per le condizioni di fortissimo disagio morale e psicologico in cui una persona malata viene costretta ovunque vada per farsi curare, ammesso che ci riesca (il pensionato è solo un costo per l'INPS); ci voglio mettere dentro anche il caso personale di mia madre, la quale da oltre due anni soffre di un “qualcosa” di non meglio diagnosticato e fortemente debilitante che non si riesce a curare. Ma una volta quando si stava male non si disponeva un ricovero per accertamenti? Le tasse che si pagano a fare allora?
E dopo? Dopo ci sarà la solita riforma della scuola come ogni nuovo governo che si rispetti, riforma al termine della quale tutto il complesso sistema scolastico ci capirà meno di prima. Dagli alunni che pagheranno PER SEMPRE scelte assurde di chi di non ha la minima idea del funzionamento di una scuola (ma sa benissimo come tenersi appiccicata al sedere la poltrona) come già è successo e succede ogni giorno.
Agli insegnanti che alla fine riusciranno comunque a fare il loro “compitino” sicuramente meglio dei loro studenti, che si sentiranno sempre più nella melma delle sabbie mobili create da qualcuno che non conoscono, ma che di sicuro hanno pure votato inconsapevolmente.
Ai dirigenti scolastici costretti ad applicare una legge e disposizioni e regolamenti ogni anno diversi e contrastanti con i precedenti, fino al personale non docente che probabilmente come sempre all'ultima ruota del carro tocca fare sconterà le colpe anche lui di chi non conosce. E non sa perché.
Beh, il perché però ve lo voglio dire io: perché ognuno di tutti i personaggi nominati domenica scorsa è andato a mettere il proprio futuro e quello dei suoi figli in mano a persone che al contrario il proprio futuro e della loro discendenza l'hanno già assicurato da tempo.




IL MIO GIRO D'ITALIA

Da oltre dodici anni risiedo a Frascati, cittadina di 22.000 abitanti che fa parte della città metropolitana di Roma  Capitale. Come pote...