venerdì 15 dicembre 2017

La battaglia tutta "personale" di Asia Argento



Erano poche settimane che la nota attrice romana aveva pubblicamente denunciato, all'interno del programma su Rai Tre condotto da Bianca Berlinguer Cartabianca, come molte altre colleghe quanto dovuto sopportare dall'ormai noto alle cronache di tutto il mondo produttore cinematografico statunitense Harvey Weinstein quando era ancora giovanissima e a inizio carriera. Aveva cercato di far capire la situazione in cui si era trovata e le ragioni per cui non ne aveva più parlato. Ragioni discutibili, ma come dico io a volte bisognerebbe "trovarcisi" e poi a onor del vero non tutti reagiscono allo stesso modo nella medesima situazione.
Comunque effettivamente quello che non ho capito benissimo è perché parlarne a distanza di vent'anni come fosse appena accaduto. Ipotesi, lo scandalo è scoppiato i nomi sono venuti fuori e allora buttiamo legna sul fuoco. E d'altronde non è abitudine comune, e non solo qui da noi per una volta, salire e/o scendere dal carro del vincitore quando fa più comodo?
La conseguente intenzione di Asia Argento di lasciare l'Italia, parole sue testuali: “In Francia la gente mi ha fermato per la strada per ringraziarmi, in Italia invece mi guardavano male […] Nessuno a dirmi ‘brava’. La mia non è paranoia: non so se dover camminare a testa alta o nascondere la testa in un foulard […] quest’estate lascerò per sempre l’Italia […] “, non credo sinceramente abbia lasciato l'amaro in bocca a tanta gente. Punto di vista anche questo sia chiaro, in quanto le ragioni per cui un personaggio dello spettacolo piace più o meno possono essere le più disparate e personali che vanno oltre la bravura dell'artista in questione.

Fatto sta che avevamo metabolizzato l'importante e personalissima decisione dell'attrice. E invece no. Eccola in prima serata l'altro ieri sempre a Cartabianca (puntata integrale per i più curiosi) ma stavolta con il contraddittorio, non un contraddittorio teso a difendere chi assume certi atteggiamenti approfittando della sua posizione chiaro ma la presenza di Vladimir Luxuria ( all'anagrafe Wladimiro Guadagno) e il direttore di Libero Pietro Senaldi credevo potesse innalzare la qualità della puntata e non ricondurla a quello che era stata l'apparizione precedente di Asia Argento.
Manco a dirlo. La mia impressione personale è stata invece che queste presenze siano servite solamente a rafforzare i concetti espressi dall'attrice nell'altra apparizione e che anzi i punti di vista dei due ospiti le dovessero fare da trampolino per esprimere solamente le sue idee in merito alla famiglia di vecchio stampo patriarcale e una cultura misogina.

In tutto questo la Bianca Berlinguer finge di moderare ma a mio parere alimenta a modo suo l'ira di Asia che continua a premere sui suoi concetti, mentre l'arrivo di un Andrea Scanzi chiaramente propeso alle “tesi” dell'attrice e per chiudere in bellezza quello della comica Geppi Cucciari, che ha ormai ben capito lo stile del programma, portano decisamente più in basso del dovuto la puntata del programma.
Insomma concludendo uno spettacolo direi indecoroso per una prima serata del network nazionale, non ho capito se perché teso a “cavalcare” il programma “l'onda dello scandalo” (che tra pochissimo comunque dimenticheremo tutti) o se perché Bianca Berlinguer dopo che lo scorso anno le è stata tolta la direzione del Tg3 ha perso come dire la bussola.

Un piccolo consiglio: è vero certi argomenti sicuramente attirano un tipo di pubblico molto numeroso, ma altrettanto sicuramente non contribuiscono a fare la storia della Rai che invece vanta da molti anni fior fior di programmi. 
Bisognapensare.

Il Biotestamento è (finalmente) legge


Finalmente, possiamo dirlo ad alta voce. Con 180 si e 71 no oggi il Senato della Repubblica ha approvato la legge sul testamento biologico. Devo essere onesto: non ricordo da quanto tempo la promulgazione di una legge non mi dava una così piacevole sensazione di appagamento. Quel "senso di giustizia" quella "sete" che spessissimo restava tale perché le varie "beghe" di partito che ben conosciamo da troppo tempo o interventi esterni di lobby di potere impedivano di fare leggi che sapevamo invece sarebbero dovute esistere da molti molti anni.
E mi chiedo anche stavolta come mai il potere spirituale, quello temporale l'ha perso da già da tempo, della Chiesa Cattolica non sia riuscito a fermare questa legge. Ma forse i tempi erano ormai maturi, come d'altronde lo erano quando furono prese decisioni altrettanto importanti in merito al divorzio nel 1970 e all'aborto nel 1978. Col benestare o no di chi ha sempre deciso per noi, anche stavolta la storia ha fatto il suo passo.
Il diritto a decidere di quel che resta della nostra vita in casi estremi come il recente di DJ Fabo (Fabiano Antoniani) o quello famosissimo di Piergiorgio Welby passando per Eluana Englaro ora è regolato da una legge dello stato.
Il Biotestamento è la manifestazione della volontà (del malato) sui trattamenti ammessi o esclusi nella fase finale di una malattia. Il malato potrà decidere se e come farsi curare nel momento in cui non avrà più la possibilità materiale di esprimerlo e questo potrà farlo appunto anticipatamente per iscritto o tramite supporto audio con le Disposizioni anticipate di trattamento (DAT).
A tale fine viene istituita la figura del "fiduciario", che è la persona incaricata di far rispettare le DAT nel momento in cui il malato non può più farlo di persona. Ovviamente nel caso di nuove cure possibili successive alle DAT il paziente e il fiduciario possono decidere se se modificare le volontà precedentemente espresse.
Ci sarà addirittura la possibilità di rifiutare le terapie di idratazione e nutrizione prescritte dai medici e anche se il medico o i medici dovessero fare obiezione di coscienza la struttura sanitaria dovrà comunque rispettare le volontà del malato.
Beh che dire, solo che ci si augura l'immediata calendarizzazione dopo l'approvazione in modo che non "salti" alla prossima legislatura. Troppo bene abbiamo imparato che fine fanno alcune leggi con i cambi di governo e maggioranze parlamentari susseguenti alle elezioni.... Sulla carta così com'è sembrerebbe una buona legge e mi auguro che venga poi applicata alla lettera, fosse solo per impedire sofferenze umanamente insopportabili ai pazienti e i loro familiari.






martedì 12 dicembre 2017

Wattsapp, evoluzione o complicazione?

Oltre un miliardo di utenti, o giù di lì. Il più grande servizio di messaggistica basato sulla connessione dati evolve in continuazione, come logico che sia, anche in base alle esigenze dei suoi appunto numerosissimi utenti. Ci sono altre applicazioni che offrono un servizio simile di buon livello, la migliore in assoluto è a mio avviso Telegram ma il numero di download è infinitamente più basso e il numero medio quotidiano di utenti ancora più basso (quante app scaricate e poi non usate per mesi o mai?).
Già da settimane è possibile nell'utilizzo della famosa chat cancellare messaggi e allegati inviati entro un tempo limite di sette minuti e sembra che nelle prossime release venga introdotta la possibilità di rispondere all'interno di un gruppo alla sola persona che ha scritto il singolo messaggio allo scopo di "snellire" il numero di messaggi o l'intasamento della chat stessa. Altra novità recentissima è che la registrazione di un messaggio vocale non necessiterà più dello scomodissimo dito premuto sul simbolo del microfono per tutta la durata (ma servono poi così tanto questi messaggi vocali...?).
Mi sta tutto bene ma ho un dubbio: non è che tutta questa tecnologia "digitale" ( in tutti i sensi...) ci faccia perdere il controllo? Non è meglio la classica vecchia telefonata ad un contraddittorio dai tempi allungati e oltretutto legato ad una connessione che spesso non è stabile (eccezzion fatta forse solo per i grandi centri urbani)? E poi sinceramente ho la sensazione questa estremizzazione di alcune funzionalità non farà altro che allontanare categorie di persone come anziani e allergici a tanta tecnologia che già annaspano nella semplice installazione di una applicazione, anche perché l'avanzare dell'età porta a cercare sempre meno spesso novità sempre più difficili da metabolizzare.

Staremo a vedere.

domenica 3 dicembre 2017

La parola d’ordine è sempre la stessa: vincere! La Roma ha ripreso il suo cammino a tre punti


           


Dopo la sconfitta quasi indolore con l'Atletico Madrid e il pareggio dal mio punto di vista più doloroso con il Genoa, vincere era l'unica parola accettabile dalla Roma calcistica.

Non poteva e non doveva andare diversamente venerdì all'Olimpico di Roma. Sorprese non potevano esserci, proprio perché in vista dell'ultima partita del girone di Champions la concentrazione doveva essere massima e vincere aiuta molto in questo.
Nulla da togliere alla Spal: in due anni è arrivata in A dalla C con trascorsi ottimi nella massima serie alla fine degli anni '60. Ma ovviamente la Roma non può né deve farsi impensierire specialmente sul prato di casa da nessuno.

La partita prende subito una brutta piega per i ferraresi, al 9° viene espulso Felipe per fallo su Dzeko lanciato in chiara azione da gol. Da lì sempre più giù per la squadra ospite, al 19° Dzeko torna finalmente al gol su splendida imbeccata di El Shaarawy. Al 32° è Strootman a ipotecare seriamente la partita sempre su tacco del solito El Shaarawy. Pellegrini all'8° della seconda frazione chiude i conti con un colpo di testa su angolo di Kolarov.

Il 3-1 scaturisce due minuti dopo da un inutile fallo in area di Manolas su Mora. E c'è il gol dell'ex Viviani, che sulla ripetizione del rigore dopo che Alisson aveva intuito il cucchiaio segna in ribattuta. Ultimi venticinque minuti per uno Schick che ancora deve integrarsi a mio parere negli schemi, ma che lo farà sicuramente con la classe che ha.

                            

Positivo direi il ritorno al gol di Dzeko e Strootman ma soprattutto il primo stagionale di Pellegrini, che migliora ad ogni partita. Il “Faraone” ormai impeccabile punto fermo negli schemi del mister Di Francesco, che nel dopo partita ha però rimproverato alla difesa il superfluo gol preso.
Florenzi è tornato quello del prima infortunio esattamente come Strootman. Quello che ancora non mi piace è invece Gonalons, che nell'occasione rimedia anche un giallo.

Il turn-over meritatissimo è toccato a Nainggolan e Perotti.  

L'imperativo era vincere, e abbiamo vinto. Adesso direi che fondamentale è il riposo e la concentrazione in vista di Roma-Qarabag di martedi prossimo, anche se sono molto ottimista. Nulla e nessuno possono impedirci di battere una squadra tecnicamente e tatticamente inferiore, e ricordo che giochiamo a casa.

Forza Magica quindi.

IL MIO GIRO D'ITALIA

Da oltre dodici anni risiedo a Frascati, cittadina di 22.000 abitanti che fa parte della città metropolitana di Roma  Capitale. Come pote...