Altra tappa del percorso
intrapreso di analisi da fuori e dentro della realtà circense
italiana in riferimento al DDL
2287 bis
sulla
dismissione
degli animali dai circhi ( ne ho parlato qui
http://www.wuoow.com/circhi-animali-e-animalisti-una-verita-troppe-bugie/
e qui
http://www.wuoow.com/il-dottor-riccardo-mancini-medico-veterinario-di-animali-molto-speciali/
), di tale realtà oggi ho avuto
il piacere di parlare con qualcuno che proprio grazie alla carica
che ricopre da anni conosce bene per forza di cose: il Presidente
dell' Ente Nazionale Circhi, incarico che riveste dall'inizio del
2011, il Dottor Antonio Buccioni.
Entriamo immediatamente
nel vivo della conversazione: "E' evidente che immaginare un
circo italiano senza la presenza degli animali non può non destare
una preoccupazione in ordine alla sua sostenibilità e sopravvivenza.
Volendo fare una premessa di carattere storico se guardiamo a
qualche anno fa possiamo dire che a partire dall'ultimo
venticinquennio del secolo scorso circa, parliamo della realtà
italiana, il mondo della comunicazione e dello spettacolo in generale
sono stati rivoluzionati dalla esplosione di quello che si può
definire lo spettacolo domestico con delle
motivazioni e ragioni a mio avviso serie e profonde, in pratica allo
scopo di allontanare le persone tra loro, dai luoghi di aggregazione,
dalle strade per chiuderli il più possibile all'interno delle mura
di casa. Questo mutamento sociale ha avuto delle conseguenze epocali
e nello specifico del Circo la sua resistenza ha obiettivamente del
miracoloso".
Ci dice il Presidente
Buccioni, parlando di cifre e prendendo come termine di paragone un
settore che fa parte anch'esso dello spettacolo, " L'industria
cinematografica ha perduto la maggior parte dei suoi spettatori
rispetto agli anni '60-'70, periodo in cui venivano strappati
annualmente circa seicento milioni di biglietti (cifra tra l'altro
sottostimata) mentre oggi il settore festeggia quando si raggiungono
i cento milioni di tagliandi.
Pur essendo mutato
radicalmente nella struttura logistica che tecnologica, siamo passati
ad esempio dalle sedie di legno mobili alle poltroncine riscaldate o
refrigerate a seconda del periodo dell'anno, dalle sale singole ai
multiplex e ai megaplex, non volendo considerare parcheggi riservati
e custoditi, o tutto il merchandising attorno, come negozi per fare
shopping con bar e tavole calde annessi (i grandi centri commerciali
ne sono esempio lampante), eppure i risultati di mercato sono spesso
scarsi.
Ecco, in un contesto
come questo il Circo ha resistito stoicamente anche perché lo Stato
lo ha praticamente escluso aiutandolo meno che minimamente, facendo
mancare la sua presenza perfino dal punto di vista logistico"
(bisogna ricordare quanto sia importante la logistica per uno
spettacolo itinerante?).
Il Presidente dell’E. N. C. Antonio Buccioni
Per quanto riguarda
l'argomento animali, il Presidente Buccioni dichiara che la
sua posizione più radicale non potrebbe essere: "L'Ente
Nazionale Circhi è per una regolamentazione
della presenza, se possibile ancora più rigorosa di
quella esistente, degli animali nei circhi al fine di evitarne una
acritica e ideologica eliminazione. Detto questo
nell'ipotesi di una presa di posizione definitiva da parte della
Repubblica, essendo assolutamente convinti dati alla mano che nessuno
sia in grado di tenere gli esemplari meglio della categoria circense,
e storicamente parlando in particolare non certo i soggetti che la
realtà italiana esprime oggi, l'ENC sarà intenzionato, supportato
dalla stragrande maggioranza delle strutture, ad indicare
la via dell'esilio proprio perché consegnare gli animali
sarebbe una resa incondizionata, che la categoria non merita.
Tutto ciò allo scopo
di evitare le fantasie e gli interessi di quanti vorrebbero fare
incetta dei nostri amici non umani", affermando
che per lui la detenzione degli esemplari all'interno di strutture
non circensi rimarrà un sogno irrealizzato. "Quando
vengono a scendere sotto la soglia della tranquillità i margini di
democrazia e pluralismo, è già successo per altre categorie, la
dignità impone delle scelte forti ma che si confacciano alla natura
di chi opera come i circensi in un ambito che non è possibile
sfigurare, stravolgere alla base come sembra si voglia fare".
Ciò che al momento in
Italia manca nei confronti del Circo, ci dice il Presidente, è una
forma di rispetto e considerazione artistica; "Io mi
auguro che il Circo Italiano non si arrrenda ad una eventuale
dittatura del pensiero unico che non ci si pieghi a questo periodo,
perché tale è e in quanto tale destinato a finire come a finire è
destinata ogni forma di dittatura, di oscurantismo
culturale e socio-culturale". Meglio l'esilio in nazioni
come la Spagna o la penisola balcanica ad esempio, in cui la
professione del circense è apprezzata per ciò che vale davvero e in
cui lo ricordiamo operano già strutture italiane.
Per ciò che riguarda il
punto di vista del pubblico prosegue il Presidente, "Coloro
che non si interessano al mondo del Circo non si renderanno conto dei
cambiamenti causati da una legge che costringa all'eliminazione degli
animali, in pratica per chi non lo apprezza e non lo condivide così
com'è probabilmente nulla cambierà, al contrario coloro che lo
frequentano proprio per la presenza di questi ultimi sicuramente non
potanno gradire un cambiamento radicale.
Esistono e operano in
Italia e all'estero tipi di circhi denominati contemporanei, tutti
degni di rispetto e che hanno per forza di cose un diverso tipo di
pubblico non avvalendosi dell'ausilio animale, questi non sono
etichettabili come circhi tradizionali ma fanno parte di un mondo che
è quello semmai del teatro di sperimentazione ed avanguardia, e la
distinzione diventa importante dal punto di vista soprattutto della
contribuzione statale: se sei circo devi usufruire dei fondi
destinati ai circhi, se sei teatro devi prendere fondi destinati al
cinema e al teatro.
I fondamenti del circo
sono una pertinenza di carattere etnico e una fisicità, e tre ne
sono gli ingredienti fondamentali: i comici, gli acrobati e in ultimo
ma non certo meno importante, gli animali. Tre pilastri dunque, e se
ne viene tolto uno possiamo immaginare le conseguenze".
Lo stato attuale delle
cose secondo l'Ente Nazionale Circhi: "Concludendo la
Repubblica Italiana, nelle sue diverse articolazioni, ha tradito il
Circo e lo spettacolo viaggiante in generale in quanto la Legge
18 marzo 1968 n. 337 (la normativa relativa le Attività
Cirensi e di Spettacolo Viaggiante in Italia), se fosse applicata
correttamente sarebbe per i tempi che percorriamo modernissima,
abbisognante eventualmente solo di pochi ritocchi.
Così prosegue: "Una
legge tradita nel suo fondamento cioè il diritto alla piazza: oggi
per arrivare alla prima nota dello spettacolo i circensi devono
realmente sottoporsi a umiliazioni, compromessi e mortificazioni
indegni di un paese che vuole presentarsi come civile, anche dal
punto di vista dei contributi statali abissalmente sotto la soglia
della decenza".
La battaglia sarà
durissima si capisce, una battaglia per diritti probabilmente mai
acquisiti, e nessuno dei componenti del Circo e dell'ENC che li
rappresenta si arrenderà, finisca come finisca. E, permettetemelo,
personalmente sono con loro.
Ringraziamo ancora per la
cortesia, chiarezza e grande disponibilità il Presidente Antonio
Buccioni, il cui pensiero e punto di vista oltre che di grande
valore e autorevolezza dovrebbe servire da spunto per una seria
riflessione su questo argomento.