domenica 27 agosto 2017

LA PRIMA ALL'OLIMPICO DELLA ROMA. BUON GIOCO MA SENZA IL SOSTEGNO PURTROPPO DI UN RISULTATO ALL'ALTEZZA.

E dopo "buona la prima" di Bergamo eccoci alla prima "stecca", contro l'Inter a casa.
Solamente alla seconda di campionato la prima, secca, sconfitta della mia "magica" e ci potrebbe anche stare, se non che perdere con tre gol dell'Inter all'Olimpico di Roma è sempre un boccone molto molto duro da ingoiare.
Ok, il nuovo modulo del nuovo mister ancora sicuramente da assimilare, nuovi giocatori in campo che sicuramente dovranno ricreare l'affiatamento che per forza di cose si è interrotto con i cambiamenti di alcuni elementi, assetti e moduli in campo, la forma fisica che per forza di cose non può essere al cento per cento, metteteci anche infortuni eccellenti come quello di Florenzi ma vi assicuro che leggere quel 1-3 sul maxischermo fa davvero male...

Il legno di Kolarov e il bel gol di Dzeko.
Dopo un palo del solito Kolarov e il meritatissimo vantaggio la prima impressione che ho avuto è stata di tranquillità dei nostri con possibilità di un raddoppio, e così è stato. Possibilità ne abbiamo avute addirittura due e altrettanti pali ancora nel primo tempo col Ninja e al ventesimo della ripresa con il magico Perotti volendo "dimenticare" il molto dubbio episodio da rigore nella cui occasione l'arbitro non ha neanche pensato di consultare il VAR ( a che serve avere a disposizione la tecnologia per poi lasciarla inutilizzata, mah!). Che sfortuna e non solo.
Il vantaggio di Dzeko


Purtroppo però ora devo fare l'avvocato del diavolo oltre al tifoso.
E' stato proprio dopo il terzo legno della Roma che Eugenio Spalletti a cui dobbiamo anche riconoscere di essere forunato nei momenti fondamentali di alcune partite (e noi a Roma ce lo ricordiamo bene) ha modificato con l'esperienza di cui dispone l'assetto della sua squadra e cambiato le sorti della partita.
Prima un pareggio che sembrava insperato ai tifosi nerazzurri e poi addirittura il raddoppio, entrambi gol di Icardi, probabilmente anche grazie ai limiti difensivi della Roma con Juan Jesus in un ruolo non suo per non parlare di Fazio al centro della difesa (ci fosse stato Rudiger...), e una svista di Manolas che si fa anticipare da Vecino.
1-3 come detto e partita finita. Meno male perché abbiamo anche rischiato un altro gol.
Il raddoppio di Icardi


Concludendo non è certo il risultato che voglio guardare e neanche alla "sfiga" reale o presunta, ma ad un aspetto che credo importante, il gioco. Si, nonostante il brutto risultato (anche perché incassato sull'erba di casa) ho visto un bel gioco e sono sicuro che nel momento che saranno perfettamente "oliati" alcuni meccanismi i risultati arriveranno. Li aspettiamo con ansia.
Forza Magica! Sempre.


lunedì 14 agosto 2017

UNA MORTE "NORMALE"


Lettera a Luigi Ciatti, padre di Niccolò.

Le scrivo qui signor Ciatti perché come sa oggi è il mezzo, questo dei social, più immediato per esprimere il proprio pensiero.
Le scrivo per scusarmi con lei, per scusarmi con sua moglie e la vostra famiglia, per scusarmi con suo figlio Niccolò che in questa orribile vicenda è quello che più di tutti ci ha rimesso.
La vita.
Mi chiederete: e di cosa ti devi scusare tu, tu che ti trovavi a migliaia di chilometri distante e non conoscevi neppure Niccolò?
Mi scuso, si mi scuso perché mi sento in colpa per l'accaduto, mi sento in colpa come e forse ancora di più che se mi fossi trovato fisicamente lì. Perché vedere, oggi i video su internet non si possono fermare, la quasi totale indifferenza di tutti quei ragazzi che hanno assistito all'atroce pestaggio di suo figlio senza alzare un dito mi ha fatto pensare e mi ha fatto capire che le persone della mia età, età probabilmente molto vicina alla sua signor Ciatti in quanto potrei avere anch'io un figlio di ventidue anni, hanno forse senza accorgersene, minuto dopo minuto giorno dopo giorno settimana dopo settimana anno dopo anno, permesso che la nostra società (una società ricordo è quel concetto virtuale che diventa luogo reale in cui si vive più o meno tutti in armonia) cambiasse a tal punto.
E non parlo di altissimi valori cristiani, di S. Francesco nella storia ce ne è stato uno solo ed è bastato, parlo di quei valori umani che naturalmente dovremmo avere tutti allo stesso modo nel dna.
Si, probabilmente i tre esseri che hanno infierito su Niccolò fino ad ammazzarlo, peggio di un cane come dice lei molto giustamente, quei valori non li hanno più o peggio ancora non li hanno mai avuti; ma la moltitudine di persone che assisteva e non ha quasi accennato reazione mi fa sentire come ho detto in colpa.
Se lo scopo principale di un genitore dopo averli messi al mondo è di essere di esempio per i propri figli, allora la nostra missione è fallita. Non hanno sbagliato solo i genitori dei tre assassini, ho sbagliato anche io, hanno sbagliato madri e padri di quanto erano lì a guardare, abbiamo sbagliato tutti signor Ciatti forse anche lei.
Perché l'atroce dubbio che mi assale è: a ruoli invertiti suo figlio o il mio o quello di un altro si sarebbero comportati diversamente da come hanno fatto i loro coetanei?
Le chiedo scusa per queste mie ultime parole che le sembreranno anche offensive e irrispettose dell'immenso dolore che porta dentro, ma la quasi certezza che tutta questa modernità, tutto questo progresso, tutti questi enormi mezzi a disposizione servano esclusivamente a distruggere la parte buona che l'uomo ha avuto in regalo dalla natura, forse sarebbe più giusto dire aveva, mi fanno perdere anche quell'ultimo barlume di speranza che ancora credevo di avere.
Riposa in pace Niccolò nessuno potrà più farti del male non a te almeno ma presto, molto presto ho paura, qualcun altro ne farà ad un altro Niccolò e tutti qui ancora a parlare. Parlare al vento. E ancora fiaccolate e ancora commemorazioni...
Dobbiamo cambiare, dovremmo cambiare, dobbiamo tornare indietro, dovremmo tornare indietro. Ma forse è tardi.
O forse siamo ancora in tempo, dipende solo da noi.

giovedì 3 agosto 2017

L'ANNO CHE VERRA'

Si riparte.
Eccoci ancora qui. Un'altra magica, me lo auguro di cuore, stagione della Roma sta per iniziare tra conferme importanti e nuovi arrivi, come è naturale che sia ogni anno. Il cambiamento enorme che metabolizzerò neanche io so in quanto tempo, manco a dirlo, è la mancanza in campo dopo venticinque anni del Capitano questo sentirsi per forza orfani, per forza certo perché tutto ha il suo tempo tutto finisce e quindi anche la più bella favola che io mi ricordi sul tappeto verde di uno degli stadi più belli d'Italia.

Il tifoso.
La fede calcistica non conosce tempo, non conosce spazio, non conosce ragioni, non vede sconfitte e quando ci sono ahimè specialmente quelle che "non ci voleva proprio", trova sempre il modo di guardarle con un occhio di riguardo. Si, perché per me tifare la squadra che porta il nome della capitale d'Italia è un onore oltre che un vanto, dire "mi ricordo" è normale per ogni cosa ma provate a chiedere ad un tifoso, qualsiasi tifoso, se ricorda quando ha iniziato a simpatizzare per la sua squadra del cuore: scommettiamo che non se lo ricorda? Meglio sicuramente risponderà che è così da sempre.

Ecco, io sono tifoso della Magica da sempre. Da sempre è per antonomasia il definitivo e nel caso della passione calcistica assume anche un significato alternativo ma complementare, quello di "per sempre". In un periodo di grandi cambiamenti e se vogliamo epocali come quello presente niente o quasi può dirsi definitivo o inalterabile, tutto quello che facciamo, acquistiamo, maneggiamo, gestiamo e perfino pensiamo tende col tempo necessariamente a cambiare.
Tranne l'amore per la propria squadra, spessissimo quella della propria città in altri casi per una squadra lontana ma titolata che ci ha preso il cuore da piccolissimi, ho detto amore non a caso perché è il sentimento più forte che esista e quello che ci permette di fare le più assurde ma anche le più belle cose possibili.

La squadra che vedremo.
E quindi ricapitolando, difesa mezza cambiata con elementi fissi come Manolas, Peres, Jesus e il nuovo acquisto Kolarov, davanti le colonna di sempre De Rossi da quest'anno capitano a pieno titolo e merito, le conferme a centrocampo di Strootman Nainggolan e Perotti in attesa del grande ritorno di Florenzi speriamo più forte di prima con inserimento dei nuovi, attacco capeggiato da Džeko e El Shaarawy.
Da ultimo, ma non certo per questo meno importante, il nuovo allenatore Eusebio Di Francesco grande promessa della categoria e, non da sottovalutare, ex calciatore della Roma che qui non abbiamo dimenticato.
Le prospettive sono delle migliori ma la concorrenza è come sempre agguerrita, mi preparo quindi ad assistere ad una stagione coi fuochi d'artificio e finalmente come da tradizione uno stadio Olimpico al massimo della capienza.

Daje Roma!
  

IL MIO GIRO D'ITALIA

Da oltre dodici anni risiedo a Frascati, cittadina di 22.000 abitanti che fa parte della città metropolitana di Roma  Capitale. Come pote...