sabato 8 aprile 2017

FAKE NEWS. I SOCIAL CORRONO AI RIPARI

Ne avevo qui abbondantemente scritto un po' paio di mesi fa (http://www.wuoow.com/la-giungla-del-web-districarsi-tra-bufale-inganni-e-notizie-false-si-puo/) e infatti
puntualmente il signor facebook, sicuramente anche gli altri social lo seguiranno presto, cerca di correre ai ripari dal fenomeno ormai dilagante delle "fake news", io
preferisco sempre l'italiano bufale, nel web.
La notizia è che l'azienda presieduta da Mark Zuckerberg lancia in Italia e in altri 13 Paesi una guida per aiutare a smascherare le notizie false. Dopo il trionfo delle bufale
nelle ultime elezioni presidenziali statunitensi, dice l'ex ragazzo prodigio di White Plains, è evidente che qualcosa non funzioni bene e un mese fa nasce il Facebook
Journalism Project cioè il social network assume a tutti gli effetti il ruolo di editore allo scopo di fornire informazioni più corrette possible e frenare l'appunto dilagante
fenomeno delle notizie false.

La guida consiste nell'introduzione di dieci regole che aiutino gli utenti a distinguere il falso dal vero, regole che scomparirebbero dopo tre consultazioni e sempre
comunque entro le 72 ore perché "oltre potrebbero infastidire le persone e diventare addirittura controproducenti" afferma Campbell Brown, un importante passato alla
Nbc e Cnn opinionista tra il Wall Street Journal e il New Jork Times prima di essere assunta dalla nota società di Menlo Park per lavorare a fianco delle testate
giornalistiche.
Come avevo fatto notare nel mio articolo, all'interno di questa guida di facebook si invitano gli utilizzatori a controllare attentamente le fonti e a fare particolare attenzione
ai titoli ad effetto, utilizzare spirito critico durante la lettura (e purtroppo è proprio questo uno dei nodi più rilevanti, pochi hanno sufficiente spirito critico), verificare
date e testimonianze, prestare ancora attenzione all'impaginazione e ai refusi (anche qui molto difficile perché chi legge dovrebbe andare su più siti per controllare,
quasi impossibile purtroppo data la tipologia di utilizzo che si fa di facebook da smartphone).
Adam Mosseri, vicepresidente della multinazionale a capo della divisione new,s, è convinto che le fake abbiamo prevalentemente scopo di lucro e molto raramente motiva_
zioni politiche e proprio per questo smascherarle vuol dire ferirle mortalmente. Facebook vorrebbe oltretutto così facendo procedere ad una alfabetizzazione degli
utenti insieme alla collaborazione con le testate giornalistiche più autorevoli, ardua impresa penso io dato che una gran parte di chi lo utilizza ha da tempo superato l'età
utile di apprendimento.
Un notevole progetto di joint venture niente male si potrebbe pensare anche se le voci di diverso avviso non sono poche; sia molti analisti della Harvard Law School che
ad esempio il nostro Guido Scorza docente di diritto delle nuove tecnologie, pensano al contrario che le "intenzioni" squisitamente politiche delle bufale siano evidenti e
che il decalogo proposto da facebook sia piuttosto scarso, pur riconoscendo che è comunque un punto d'inizio. Resta da vedere in che modo intenderanno affontare il
tema colossi come Twitter e Google, ad esempio la Germania ha appena approvato un disegno di legge che prevede sanzioni fino a 50 milioni di euro per i social network
che non dovessero cancellare le notizie false entro le 24 ore (la solita rigidezza teutonica stavolta non sarebbe un male).
Indubbiamente in tutto questo c'è poi il non trascurabile tema se si debbano ancora considerare i social semplici piattaforme di diffusione di contenuti o veri e propri
editori ma di una specie diversa da quelle a cui siamo abituati, con quanto ne conseguirebbe in fatto di responsabilità.
L'argomento diventerà prossimamente sempre più importante e interessante considerando la velocità di diffusione del mezzo web e l'ipotesi di una sua riduzione ormai
impensabile, e perché poi lo si dovrebbe ridurre quando si potrebbe invece auspicare un sistema, ci vorrà tempo, per controllarlo meglio e coglierne i buoni frutti?
Ne riparleremo ancora sicuramente di queste problematiche del web, qui sul web.

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