Caro Gassmann non è la
prima volta, e sospetto fortemente non sarà neanche l'ultima visti i
precedenti, che esprimendo su twitter il suo pensiero in merito ad
argomenti che sono sicuramente di grande importanza si scontri con il
pensiero (ed il pensiero vale la medesima moneta per tutti,
specialmente li dove tutti esprimono il loro parere allo stesso modo,
presidenti degli Stati Uniti d'America e idraulici) di chi è solito
come lei frequentare il social dei 140 caratteri.
Avere delle opinioni forti
e chiare come dico io è una qualità che si deve apprezzare e quindi
non ho la minima intenzione di criticare chi della parola, scritta o
espressa con la bocca, ne ha fatto addirittura come lei una
bellissima professione e di gran valore artistico senza dubbio.
Il punto che voglio
mettere a fuoco sulla questione degli extracomunitari in Italia e
anche dello "ius soli"
di cui negli ultimi giorni si fa un gran parlare ovunque, me lo ha
svelato proprio il suo tweet: il fatto che milioni di persone
pensino, esattamente come lei signor Gassmann ha scritto, che la
manovalanza di questi
disgraziati provenienti da paesi in enorme difficoltà, e a causa di
guerre e perché da sempre noi paesi industrializzati gli abbiamo
impedito di migliorarsi, sia ormai necessaria
all'interno di attività lavorative che svolgiamo da sempre e che
invece ora sembra non possano andare avanti in altro modo che
"affidandole" (e ci sarebbe un enorme discorso da aprire
sullo sfruttamento che si fa degli extracomunitari qui in Italia ma
troppo lungo da inserire qui) a questi disperati.
Il
mio pensiero, lo esprimo meglio qui che con un freddo tweet, è che
non è affatto così: o meglio non lo sarebbe.
Negli
ultimi venticinque anni sono stati "sfornati" dalle nostre
strutture educative, e sto facendo un complimento al sistema
scolastico e universitario che abbiamo, centinaia di migliaia fra
diplomati e laureati. Quanti di loro hanno trovato un lavoro o
professione che rispondesse realmente alle aspettative del momento in
cui genitori e figli assieme hanno deciso di intraprendere quel tale
percorso formativo?
Non
azzardo ipotesi ma sicuramente molti meno di quanti ci si aspettasse,
probabilmente perché nel frattempo sono cambiate molte condizioni
nel mercato del lavoro o perché molto più semplicemente solo alcuni
60/60 e 110 cum lode erano davvero meritati, figuriamoci quelli che
non sono riusciti a diplomarsi o laurearsi col massimo, o ancora
perché alcuni insegnanti hanno pensato bene, invece di applicarsi
intensamente alla loro delicatissima professione, ad "arrivare
alla pensione" e il risultato ovvio è stato una marea di
persone con titoli di studio equivalenti al valore dopo il 29
Ottobre 1929 delle azioni che erano state emesse negli Stati Uniti:
carta straccia!
L'errore
madornale è stato proprio lì: "figlio
mio, a scuola ci sei andato e il titolo ce l'hai, se non trovi lavoro
aspettiamo e intanto stai a casa con mamma e papà".
Al
contrario il ragionamento doveva essere: " figlio
mio, a scuola ci sei andato e il titolo ce l'hai, se non trovi lavoro
intanto vai a fare quello che trovi".
Ecco dove è il punto signor Gassmann, non gliene faccio
una colpa anche se noto purtroppo che in tanti ormai la pensano come
lei, in molte altre nazioni si va a lavorare non si sta a casa ad
aspettare "l'annunciazione", nazioni che tra pochi anni
dovremo invidiare per forza di cose e da cui dovremo imparare molto.
Mi
auguro che qualcuno comprenda a fondo quello che sta succedendo, ma
sinceramente credo sia tardi, troppo tardi. Si dovrebbe imparare
degli errori commessi, invece quello che riscontro ogni giorno è
esattamente il contrario: è successo qualcosa, vabbè ma non deve
mica succedere di nuovo....è successo a quello, vabbè ma mica deve
succedere pure a me....c'è da raccogliere i pomodori o l'uva, vabbè
ma mica lo devo fare io che ho studiato....servono manovali,
muratori, elettricisti, idraulici, vabbè ma mica lo devo fare io che
ho studiato....
Facciamolo
fare a quei poveracci, e magari permettiamo anche di lasciare tutto
in mano a organizzazioni che li sfruttano l'importante è che il sugo
e il vino arrivino a tavola ma fino a quando? I soldi di mamma e papà
finiscono, mamma e papà finiscono e poi? Ce la prenderemo con chi fa
dei lavori umili, pardon fisicamente usuranti, o invece
capiremo,troppo tardi, che è dipeso tutto da noi?
#bisognapensare.
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