lunedì 14 agosto 2017

UNA MORTE "NORMALE"


Lettera a Luigi Ciatti, padre di Niccolò.

Le scrivo qui signor Ciatti perché come sa oggi è il mezzo, questo dei social, più immediato per esprimere il proprio pensiero.
Le scrivo per scusarmi con lei, per scusarmi con sua moglie e la vostra famiglia, per scusarmi con suo figlio Niccolò che in questa orribile vicenda è quello che più di tutti ci ha rimesso.
La vita.
Mi chiederete: e di cosa ti devi scusare tu, tu che ti trovavi a migliaia di chilometri distante e non conoscevi neppure Niccolò?
Mi scuso, si mi scuso perché mi sento in colpa per l'accaduto, mi sento in colpa come e forse ancora di più che se mi fossi trovato fisicamente lì. Perché vedere, oggi i video su internet non si possono fermare, la quasi totale indifferenza di tutti quei ragazzi che hanno assistito all'atroce pestaggio di suo figlio senza alzare un dito mi ha fatto pensare e mi ha fatto capire che le persone della mia età, età probabilmente molto vicina alla sua signor Ciatti in quanto potrei avere anch'io un figlio di ventidue anni, hanno forse senza accorgersene, minuto dopo minuto giorno dopo giorno settimana dopo settimana anno dopo anno, permesso che la nostra società (una società ricordo è quel concetto virtuale che diventa luogo reale in cui si vive più o meno tutti in armonia) cambiasse a tal punto.
E non parlo di altissimi valori cristiani, di S. Francesco nella storia ce ne è stato uno solo ed è bastato, parlo di quei valori umani che naturalmente dovremmo avere tutti allo stesso modo nel dna.
Si, probabilmente i tre esseri che hanno infierito su Niccolò fino ad ammazzarlo, peggio di un cane come dice lei molto giustamente, quei valori non li hanno più o peggio ancora non li hanno mai avuti; ma la moltitudine di persone che assisteva e non ha quasi accennato reazione mi fa sentire come ho detto in colpa.
Se lo scopo principale di un genitore dopo averli messi al mondo è di essere di esempio per i propri figli, allora la nostra missione è fallita. Non hanno sbagliato solo i genitori dei tre assassini, ho sbagliato anche io, hanno sbagliato madri e padri di quanto erano lì a guardare, abbiamo sbagliato tutti signor Ciatti forse anche lei.
Perché l'atroce dubbio che mi assale è: a ruoli invertiti suo figlio o il mio o quello di un altro si sarebbero comportati diversamente da come hanno fatto i loro coetanei?
Le chiedo scusa per queste mie ultime parole che le sembreranno anche offensive e irrispettose dell'immenso dolore che porta dentro, ma la quasi certezza che tutta questa modernità, tutto questo progresso, tutti questi enormi mezzi a disposizione servano esclusivamente a distruggere la parte buona che l'uomo ha avuto in regalo dalla natura, forse sarebbe più giusto dire aveva, mi fanno perdere anche quell'ultimo barlume di speranza che ancora credevo di avere.
Riposa in pace Niccolò nessuno potrà più farti del male non a te almeno ma presto, molto presto ho paura, qualcun altro ne farà ad un altro Niccolò e tutti qui ancora a parlare. Parlare al vento. E ancora fiaccolate e ancora commemorazioni...
Dobbiamo cambiare, dovremmo cambiare, dobbiamo tornare indietro, dovremmo tornare indietro. Ma forse è tardi.
O forse siamo ancora in tempo, dipende solo da noi.

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