domenica 12 marzo 2017

IL SOTTILE CONFINE TRA LEGGE E GIUSTIZIA

Sempre più sottile secondo me il limite che distingue il concetto di Legge da quello, innato, di Giustizia. L’uomo fin da tempi antichi ha ritenuto per governare la convivenza tra simili all’interno della società di doversi porre delle regole delle norme, le cosiddette leggi appunto. Le leggi quindi automaticamente ci pongono dei limiti nelle nostre azioni quotidiane, che siano nei confronti di altre persone o anche di oggetti ed è qui l’importanza basilare di tutti gli ordinamenti giuridici. Le attuali leggi provengono da quello che anticamente fu prima il diritto in Grecia e poi a Roma, da cui appunto il Diritto Romano che ancora oggi si studia nelle università. Ora il punto che voglio trattare è se obiettivamente alcune leggi rispecchiano il senso di giustizia che come accennato abbiamo tutti dentro di noi, oppure nel corso degli anni queste se ne sono scostate.
L’episodio da cui prendo spunto è da due giorni su tutti i media: parlo del ristoratore della provincia lodigiana, Mario Cattaneo, che nel cuore della notte tra il nove e il dieci scorso avendo sentito l’allarme nel locale sottostante a casa sua, dove possiede un’attività commerciale di ristoro bar e tabaccheria, scende di corsa fucile alla mano regolarmente detenuto e si trova davanti tre malviventi provenienti sembra da un paese dell’est europeo, intenzionati ovviamente ad arraffare il più possibile. Breve è la colluttazione con uno dei rapinatori da cui ne consegue l’esplosione di un colpo che colpisce alle spalle il malintenzionato, il quale per pochi metri viene trascinato dai complici e quindi abbandonato morente.
Esiste un articolo di legge che parla di “eccesso colposo in legittima difesa” ed ecco che il signor Cattaneo che ricordiamo era in una sua legittima proprietà ed ha solamente cercato di difenderla, di difendere quello che gli consente di vivere, improvvisamente rischia una seria accusa penale ed è comunque nel frattempo indagato per omicidio volontario. Quello che voglio qui esprimere è un fortissimo senso di disagio nei confronti di una questione delicata perché la legittima difesa lo è sempre, ma anche di impotenza nel comprendere come mai una persona che si trova all’interno di casa sua dovrebbe cercare di “difendersi con le stesse armi” degli eventuali assalitori.
E siamo appunto alla differenza tra Legge e Giustizia. Se ho sempre creduto che la legge fosse sinonimo di giustizia beh, sono costretto a ricredermi in casi come o simili a questo purtroppo e voglio sottolineare anche un altro aspetto: sono anni che vediamo e sentiamo episodi di questo genere ma a quanto pare nessuno, parlo del Legislatore, si occupa di provvedere in tal senso. Uno Stato, perché le leggi rappresentano esse stesse “l’essenza” dello stato da cui vengono emanate, che non permette ai suoi cittadini almeno di dormire tranquilli in casa propria può definirsi tale? Può definirsi davvero nazione civile?
Voglio inoltre far notare, altro risvolto molto importante, che questi brutti fatti guarda caso messi in atto nella maggior parte dei casi da cittadini stranieri provenienti da paesi dell’est non accennano minimamente a diminuire anzi, probabilmente perché l’idea che questi personaggi si sono fatti della nostra nazione e delle nostre leggi è che nella peggiore delle ipotesi se la possano cavare con poco. La certezza della pena mai come oggi è solamente un concetto astratto, messaggio davvero poco edificante e non certo un esempio di alta scuola da seguire. Un genitore che voglia far crescere un figlio con determinati valori sa che è fin da piccolo che questi gli vanno insegnati, altrimenti poi è tardi (mi direbbe mio nonno l’albero si piega quando è giovane) e quindi uno Stato DEVE assolutamente mettere in campo tutte le sue capacità per far si che poi cittadini stranieri e italiani rispettino le leggi che appunto lo rappresentano.
Ecco credo che solo allora la Legge potrà iniziare a paragonarsi alla Giustizia.

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