venerdì 24 febbraio 2017

SEICENTO FIRME PER NON CANCELLARE IL PASSATO Lettera d'appello al governo.

  Italia patria di santi poeti e navigatori si, ma almeno per quanto riguarda le Humanae Litterae qualcosa ci siamo persi negli ultimi anni almeno a quanto pare dalla lettera che il "Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità"(link del blog in basso), seicento tra docenti, ex docenti, docenti universitari,accademici della Crusca e perfino costituzionalisti(link dei firmatari in basso), ha indirizzato alla Presidenza del Consiglio e al ministro della Pubblica Istruzione e in cui si fa espressa richiesta di riorganizzare i programmi scolastici del primo ciclo, la primaria appunto.
          L'accusa principale si basa fondamentalmente su carenze linguistiche nella conoscenza della grammatica, sintassi e del lessico di proporzioni enormi, le cui conseguenze sono che i ragazzi, ma anche i più grandi che frequentano le università commettono errori da "terza elementare", insomma sono limitatissimi nella scrittura, leggono pochissimo e quindi hanno difficoltà a esprimersi.
          E' in pratica andato perso il possesso degli strumenti linguistici di base, questo il nocciolo del documento presentato e il Gruppo tiene a far notare che non si tratta affatto di una critica agli insegnati, i quali anzi faticano sempre più in quanto sono i programmi scolastici ormai inadatti perché dopo il superamento della riforma gentiliana non hanno avuto gli strumenti per insegnare senza un "ragionato impianto pedagogico e didattico" afferma testualmente il filosofo Massimo Cacciari, anche lui firmatario dell'appello. Per rendersi conto della diffusione e gravità del fenomeno basti dire che alcuni atenei organizzano dei corsi di recupero di lingua italiana...
          Nel documento si auspica una "revisione delle indicazioni nazionali che dia rilievo all'acquisizione delle competenze di base" e si caldeggiano fortemente "verifiche nazionali periodiche attraverso gli otto anni del ciclo primario" in particolare su dettato, analisi grammaticale e scrittura a mano( il cosiddetto corsivo).
         La situazione è questa, e devo dire che almeno da parte mia non occorreva certo un appello di coloro che per mestiere devono confrontarsi quotidianamente con gli studenti per giungere alla conclusione che la maggioranza delle persone non sa scrivere in italiano correttamente. Si fa un gran parlare da tempo del linguaggio scritto utilizzato dalla ultima generazione specialmente riferito alla messaggistica sui cellulari, sms, chat Whattsapp e simili o sui social, ed infatti queste forme di comunicazione non fanno altro che portare alla luce una scarsissima padronanza del linguaggio, aggiungendo direi anche il non trascurabile fatto che è abitudine comune trasporre nella scrittura il linguaggio parlato, il colpo di grazia.
         Personalmente ho notato poi che già da anni a questa parte il linguaggio parlato che ho occasione di ascoltare tutti i giorni ovunque sia scaduto enormemente e di contenuti e soprattutto di qualità, credo questo sia dovuto anche al fatto che usi e costumi moderni si stiano progressivamente imbarbarendo quasi che noi la nazione da cui provengono opere letterarie come la Divina Commedia di Dante , il Decamerone di Boccaccio, lo Zibaldone e le poesie di Leopardi, Promessi Sposi di Manzoni, Il Fu Mattia Pascal di Pirandello, o le commedie di De Filippo e non me ne vogliano tutti gli altri, faccia di tutto per dimenticarsene.
         Una grossa responsabilità ovviamente ce l'ha chi appunto per mandato dovrebbe far si che il sistema scolastico funzioni al meglio, ma aggiungo che noi siamo i proprietari quelli che hanno avuto la fortuna di ereditare una delle tradizioni letterarie e linguistiche più belle e complete al mondo, e allora siamo noi i primi a dover cercare di non perdercela e c'è un modo molto semplice: la lettura, solo leggendo si acquisisce conoscenza, cultura, capacità di discernimento, si acquisiscono le regole grammaticali magari dimenticate con gli anni, ma soprattutto la sicurezza di potersi confrontare con gli altri.                          Meditate gente, meditate.

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